Scrive Ivan Zazzaroni nel suo editoriale sul Corriere dello Sport: "Da put***e a disonesti: un bel progresso"

Il riferimento è alle parole di Allegri dopo l'eliminazione agli ottavi di Champions League per opera del Villareal, paragonate a quelle di Mourinho di qualche anno fa: “A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l'onestà intellettuale. Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l'opinione pubblica per un mondo che non è il mio". Queste erano state le parole dello Special One ai tempi dell'Inter.

Allegri in conferenza stampa post-partita di Juventus-Villareal 0-3: “Parlare di fallimento è disonestà intellettuale ma non posso farci niente. Eravamo in corsa per i quarti, siamo in corsa per un posto in Champions, siamo in vantaggio in Coppa Italia. Ai ragazzi non ho nulla da rimproverare".

"E così - scrive Zazzaroni - nel giro di poche ore, siamo passati dalla prostituzione intellettuale di una dozzina di anni fa alla disonestà intellettuale di questa settimana . Un bel progresso: da puttane a disonesti, ancorché intellettuali, e insomma non ci facciamo mancare proprio niente, a parte le coppe europee".

Il giornalista ha poi parlato del momento del calcio italiano, non particolarmente felice, e anche del grande sabato italiano con Napoli, Inter e Milan in campo per lo Scudetto: “Un sabato al profumo di scudetto, di sogni usurati ma non estinti, che precede i giorni che cambieranno il futuro del nostro calcio. Un sabato al quale chiediamo di aprire, per non chiuderla più, una parentesi di ottimismo e speranza: sono otto ore piene, partendo dal Napoli per arrivare al Milan attraverso l’Inter. Ore che devono ricordarci che non siamo i più disgraziati raccontati da commentatori e tifosi frustrati dalla Championexit, così come non eravamo i più belli d’Europa nel luglio scorso, il mese del miracolo: nelle coppe, lasciatemelo dire, ci hanno condannato più gli episodi e le tante assenze che il gioco: abbiamo perciò il dovere di tornare a credere nelle capacità dei nostri tecnici migliori, da Mancini a Allegri, da Spalletti a Pioli, a Inzaghi, apprezzati più all’estero che in Italia.”

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