Mihajlovic alla vigilia di Atalanta-Bologna si presenta consapevole della forza dell’avversario ma fiducioso, forte del cambio di mentalità della squadra.Subito l’attenzione si concentra sui probabili protagonisti, anche se il tecnico non lascia trapelare molto delle sue scelte: “Sicuramente cambieremo qualcuno, poi se sarà cambiato Palacio, Dijks o Dzemaili lo so io. Devo parlare con i ragazzi per vedere come si sentono, dipende soprattutto da loro. Io cerco sempre di mettere i migliori dal punto di vista fisico e mentale ed è quello che farò anche domani”. Al tecnico viene poi chiesto se motiverà Falcinelli, il primo indiziato a far riposare Palacio, magari mostrandogli i gol con cui salvò il Crotone, ma Sinisa commenta serafico: “Tutti possono essere utilizzati perchè tutti fanno parte della rosa del Bologna e quando saranno utilizzati faranno bene. Far vedere a Falcinelli che a Crotone segnava quando qui non è ancora successo sarebbe più una presa per i fondelli che una maniera di motivarlo.”  Altro discorso è invece la gestione dell’umore della squadra. Ora la squadra è fuori dalla zona rossa, e l’euforia delle tre partite vinte consecutive potrebbe essere un’arma a doppio taglio: “Non sono preoccupato: l’euforia è un sentimento positivo e ti aiuta a fare bene. Poi è chiaro che sia nell’euforia che nello sconforto bisogna sempre trovare il giusto equilibrio. È solo merito dei ragazzi se sono arrivati dove siamo ora e loro sanno bene che la strada è ancora lunga che mancano nove partite e che dobbiamo fare più punti possibili per salvarci.” Si passa all’avversario, un’Atalanta da alta Europa: “È una squadra fisica, che corre molto e gioca molto sull’intensità. Un po’ come il Torino ma con più qualità. Ilicic, Gomez e Zapata sono poi grandi valori aggiunti. Gomez e Ilicic i più imprevedibili, il primo anche più continuo del secondo. Noi dobbiamo mettere in campo la stessa ontensità e duellare su ogni palla e su ogni seconda palla. Loro sono forti ma siamo sempre in 11 contro 11, anche se a volte sembra che loro giochino in 13. Il loro punto forte è proprio l’intensità di gioco: Gasperini lavora da tre anni con loro su questo aspetto mentre io da tre mesi. Non sarà facile per noi ma sono fiducioso: non sarà facile neanche per loro”. Al mister viene fatto notare che la Dea può lottare anche per la Champions League, approfittando dei passi falsi delle grandi davanti: “Durante un campionato ci sono sempre momenti di difficoltà, dipende quanto durano è come li gestisci. L’Atalanta lo ha avuto dopo l’uscita dell’Europa League e l’infortunio di Ilicic, poi si è ripresa alla grande e ora sono in difficoltà altre squadre. Il campionato è diviso in due fasce: chi lotta per l’Europa e chi per la salvezza, con due o tre squadre senza obbiettivi.” Altro argomento riguarda il calendario appena diramato, con anticipi e posticipi che vedono il Bologna giocare quasi sempre a risultato acquisito delle altre contendenti, ma il fattore non sembra toccare Mihajlovic: “Non mi fa né caldo né freddo. Abbiamo vinto a Torino dopo che la Spal aveva vinto contro la Roma e tutti ci davano per spacciati. Non facciamo di questi calcoli. Non è che se l’Empoli perde oggi con il Napoli noi domani siam più leggeri, anzi, sarebbe l’occasione per allungare a +5: la mentalità non cambia.” A Bergamo non avrà a disposizione Destro, matchwinner di domenica infortunatosi durante l’esultanza: “A lui dispiace più di tutti ma che dobbiamo farci? Un infortunio in quella circostanza è quasi comico ma non possiamo farci nulla: il dispiacere è che il ragazzo non riesca a trovare la continuità, forse a anche causa di come si è allenato in passato”. Tornando sulla squadra, poi, Mihajlovic ammette un timore da calciofilo navigato: “Io metto in preventivo che prima o poi la squadra farà una partita sotto le aspettative, ma spero avvenga il più tardi possibile. Il nostro compito è fare in modo di ritardare il più possibile una prestazione negativa, quando saremo al sicuro. Comunque rincorrere è sempre molto più difficile che essere rincorsi e sono convinto che non torneremo più lì dietro”. Una battuta la dedica anche all’ultimo successo rossoblu a Bergamo, nel 2009, proprio durante la sua prima esperienza bolognese: “Quel gol di Volpi? Un gol di c***. Doveva essere un cross ed è filtrato fino ad andare in gol: vincemmo quella partita con Osvaldo terzino, fu una grande prova”. Prima di lasciare la sala conferenze del centro tecnico Galli, Sinisa viene nuovamente stuzzicato sulle scelte di formazione, in particolare su un eventuale turno di riposo anche per Danilo. Il tecnico serbo chiude i battenti, “vale lo stesso discorso di prima”, aprendoli leggermente quando, alzandosi, quasi di sfuggita, inverte i ruoli e domanda ai giornalisti presenti: “Quante presenze ha fatto Danilo in Europa?”. La risposta è 23 all’Udinese, tra Champions ed Europa League. “Allora è abituato a giocare in infrasettimanale, ma non so se gioca...”. A buon intenditor poche parole.
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