La partita

La finale contro la Francia di Raymond Domenech non iniziò nel migliore dei modi, con il rigore segnato con una freddezza glaciale da Zinedine Zidane, ai tempi in una delle migliori condizione fisiche della sua carriera. Il pareggio dei nostri fu però immediato, con Marco Materazzi capace di arrampicarsi in cielo per colpire di testa, per poi dedicare la sua rete alla madre morta nel lontano 1988.

Marco Materazzi
Marco Materazzi esulta dopo il gol alla Francia (ph. Image Sport)

Il resto della partita fu contraddistinta dalla tensione da parte di entrambe le squadre. L'Italia si difendeva con le unghie e con i denti, mentre la Francia aveva il pallino del gioco. Addirittura Buffon dovette scaldare i guantoni, effettuando una delle migliori parate del suo Mondiale - fino a quel momento leggendario su Zidane. Anche Gattuso si diede da fare in mezzo al campo, per evitare che proprio Zizou dilagasse all'apice della sua classe. Così come anche Cannavaro fu costretto agli straordinari per contenere le folate di un Thierry Henry altrimenti molto ispirato.

Il fattaccio più famoso ed iconico in giro per il mondo avvenne poco prima del 10° minuto del secondo tempo supplementare proprio Zidane, fortemente provocato da Materazzi, sferrò una testata violenta nel petto del 23 azzurro. L'espulsione fu inevitabile e macchiò indelebilmente l'ultima partita della carriera di una leggenda assoluta di questo sport.

L'apoteosi verso la gloria eterna

Orfani della leadership tecnica ed emotiva di Zizou, la Francia capitolò durante la lotteria dei calci di rigore, con l'errore poi decisivo di quello stesso David Trezeguet che ci aveva condannati a dolori enormi con il suo golden goal nella finale di Euro 2000. Al contrario, i rigoristi azzurri furono perfetti, con le esecuzioni impeccabili di Andrea Pirlo, Marco Materazzi, Daniele De Rossi e Alessandro Del Piero dagli undici metri.

Ed infine, l'apoteosi, con il quinto rigore altrettanto perfetto ed oltremodo decisivo di Fabio Grosso. Quello stesso Fabio Grosso che si era procurato il rigore decisivo di Totti contro l'Australia e che ci aveva portati in Paradiso con il suo gol storico contro la Germania in semifinale. Da quel momento in poi, fu un tripudio di tricolori, pianti di gioia, urla a squarciagola, baldanza estrema e di tripudi infiniti per una cavalcata verso la gloria tutt'oggi irripetibile.

Ancora oggi a distanza di 18 anni, grazie di tutto, ragazzi.

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