Vittorio Feltri su Mihajlovic: “Mi chiamò giorni fa e piansi, uomo forte. Il Bologna è una squadra orfana”
Il giornalista ha rilasciato le seguenti parole su Sinisa Mihajlovic, recentemente scomparso dopo una lunga malattia
Il giornalista Vittorio Feltri ha rilasciato il seguente e toccante pensiero su Sinisa Mihajlovic, scomparso giorni fa dopo una lunga malattia. Ecco le sue parole rilasciate a Libero:
“Qualche giorno fa Sinisa Mihajlovic mi aveva telefonato, lo faceva spesso. Ma stavolta la sua voce era più torbida del solito e ciò mi aveva impensierito. Mi ha parlato della sua grave malattia con disinvoltura: ha detto, combatto ma sento che è dura. Ieri, quando ho appreso che era deceduto, mi è venuta la strozza. Noi vecchi ormai ci commuoviamo facilmente e fatichiamo a trattenere le lacrime. Non le ho trattenute e allorché un collega è entrato nella mia stanza mi ha domandato: perché piangi.
Ho risposto con una bugia: non sono lacrime normali le mie, sono il frutto del raffreddore, continuo a starnutire e di conseguenza mi si inumidiscono gli occhi. Ora mi piace ricordare Sinisa per quello che è stato, anzitutto una persona generosa, direi buona se non fosse una parola banale. Poi un grande giocatore di calcio dotato di un tiro, col piede sinistro, che faceva tremare il mondo. Con le sue bombe ha segnato grappoli di gol e infiammato le folle di mezza Italia. Anche nel ruolo di allenatore egli si è distinto non solo per doti tecniche, ma soprattutto per le sue capacità di capire gli uomini, le loro virtù e le loro debolezze. Il Bologna, l'ultima squadra che ha guidato, ora è orfana e farà fatica a rassegnarsi di esserlo. Perché lui era un insegnante sopraffino di calcio e per i suoi atleti era addirittura un fratello maggiore, in ogni senso.
Io non so per quale motivo avesse simpatia per me, forse perché col pallone mi sono trastullato da giovane pur facendo abbastanza schifo, forse perché le nostre conversazioni spaziavano da un argomento all'altro e sempre in tono scherzoso. Negli ultimi tempi, benché la malattia lo stesse divorando, la sua voce era ancora chiara, direi dolce. Mi hanno raccontato che due giorni orsono Mihajlovic viaggiava sul treno Frecciarossa, segno che non si era ancora arreso. Era un uomo forte e forse per questo il destino lo ha sgambettato, proprio lui che sul campo non cadeva neanche se lo mitragliavano. Addio amico caro e gentile. Fosse vero che esiste il paradiso, tu lo trasformeresti in uno stadio dove tireresti le punizioni agli infedeli“