Riflessioni sull'avvio del mercato rossoblù tra il tentativo di vendere gli incedibili, il messaggio di un Verdi ingrato e la voglia di promuovere le riserve al posto dei ceduti

- di Alberto Bortolotti -

Nel giorno del cinquantaquattresimo anniversario dalla morte del Presidentissimo Dall'Ara (uno che ha anche sbagliato, ma soprattutto ha fatto tanti fatti, poche chiacchiere e un sacco di buon calcio: avversarie, toh, erano Juve e Inter. Una volta...non era come oggi. Era preciso !) le notizie del mercato segnano una sorta di Caporetto rossoblu: via Verdi, via Pulgar e via Masina.Secondo il concetto del "ognuno è utile, nessuno indispensabile" (verissimo, e riguarda tutti, ma proprio tutti: giornalisti, dirigenti, appassionati e pure stakeholder di vario peso e importanza), il Bologna progetta una sorta di piazza pulita di tutti coloro i quali risultano vendibili. Restano i cosiddetti "incedibili", ovvero quelli privi di richieste. Non so se tra costoro ci sia anche Mattia Destro, filtrano voci su un possibile interesse del Parma al posto di Calaiò (quindi in alternativa a Balotelli? Mah...) e alla Fiorentina come vice-Cholito. I vertici non sgradirebbero. Con autentico sprezzo del pericolo, a Casteldebole, seguendo le direttive del Capo, depotenziano una squadra già non troppo performante: la speranza non è solo che il rendimento di Superpippo Inzaghi sia meglio di quello di Donadoni, ma anche che le neopromosse assomiglino a Benevento e Verona. Non è detto. Peraltro sta partendo un'operazione per "diawarizzare" Verdi, ovvero farlo apparire come il solito ingrato non attaccato alla maglia (quando invece le perplessità del ragazzo su un affare fatto per la seconda volta dimostrano casomai il contrario); sarebbe inoltre curioso (e già i trombettieri lucidano gli ottoni) se si assistesse alla massiccia promozione da riserve a titolari. Crisetig per Pulgar, Orsolini per Verdi, l'inattivo Djiks per Masina e magari il rientrante Petkovic per Destro. La definirei una lungimiranza di stile guaraldiano. Infine la profonda divisione nella tifoseria, mirabilmente tratteggiata dal mio talentuoso parente, ovvero Adalberto, nel pezzo che il direttore Zazzaroni ha pubblicato su tutte le versioni del Corriere dello Sport, il rosso, che si legge nel Sud, e il verde, radicato tra Firenze e Bologna. Un dialogo verissimo tanto quanto grottesco tra un sognatore disancorato dalla realtà e un "normale" appassionato di calcio che vorrebbe vedere i gol. No, questi ultimi sono fuori dal radar della modernità. E sotto le Due Torri siamo capifila di questa perniciosa e contemporaneissima tendenza.
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