Ricomincia la stagione e già si pensa al primo grande impegno dell’anno, l’Australian Open, tra le tante rinunce, le speranze di rivincita e affermazione, e un’unica certezza: Roger Federer

-di Giuseppe Cambria-

Si riparte da zero. Prende il via la nuova stagione del tennis ad alto livello e bisogna dimenticare tutto quello che è accaduto nell’ultimo incredibile anno appena passato. Le vittorie negli slam e il ranking ATP dominato dallo spagnolo Rafa Nadal e dallo svizzero Roger Federer, ad oggi rispettivamente il primo e il secondo in classifica. Le cadute drastiche di Novak Djokovic e dell'ex numero uno Andy Murray. Ma adesso c’è tutto da rifare, tutto di nuovo da dimostrare. In attesa del primo grande torneo della stagione, l’Australian Open, che partirà il 16 gennaio, già inizia la sfilata della rinuncia: Da Kei Nishikori, per infortunio al polso destro, allo stesso Murray che probabilmente dovrà operarsi a quell’anca che l’ha messo KO per quasi mezza stagione. Probabilissimi out anche per Nadal e Djokovic, il primo per il problema al ginocchio, il secondo per l’infortunio al gomito. E poi c’è il 36enne Roger Federer che, per iniziare al meglio questo 2018, sonda fin da subito il terreno australiano con il suo team nazionale e conquista, in finale contro la Germania di Alexander Zverev, il terzo titolo, con e per la Svizzera, dell’Hopman Cup, torneo a otto squadre nazionali miste che si disputa a Perth, in Australia. Ritorno in campo anche per: Nick Kyrgios che, dopo aver eliminato il “maestro”del 2017 Grigor Dimitrov, vince nell’ATP di Brisbane – mettendo in scena anche un colpo alla Federer: il SABR- contro l’americano Ryan Harrison, in due set: 6-4 6-2; e Gael Monflis, vincitore dell’ATP Qatar in finale contro il russo Andrey Rublev in due set: 6-2 6-3. Le poltrone dei grandi, svuotatesi nei “lazzaretti” per motivi fisici diversi, forse quest’anno potranno essere riempite dagli outsiders degli ultimi anni (i vari Kyrgios, Dimitrov, Zverev, Thiem), L’Australian Open fa tabula rasa dell'anno appena passato e rimette in discussione tutto e tutti. Anche Roger Federer, nonostante la sua classe rimanga indiscutibile.
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