Tutte le chiavi di lettura, in casa Milan, dello 0-0 messo a referto contro il Torino. Calha e Higuain da ritrovare al più presto. Cutrone e difesa okCome sarebbe finito il posticipo serale tra Milan e Torino se Higuain avesse visto Suso alla propria destra e tutto solo davanti a Sirigu? Che sapore avrebbe avuto la sfida se Izzo non avesse ripetutamente salvato i granata con interventi decisivi e indispensabili per i suoi? E se la sfera calciata al minuto 87’ da Cutrone non fosse rotolata stranamente fuori (e non di poco), i rossoneri avrebbero messo a referto la seconda vittoria di fila in campionato? Sono queste, probabilmente, le domande destinate a rimanere senza risposta in casa Milan il lunedì successivo a un match complicato e determinante nel percorso dei meneghini verso la certificazione di un posto in Champions nella prossima stagione. E il bicchiere dello 0-0 messo a referto ieri sera, allora, dev’essere visto come mezzo pieno o mezzo vuoto? A stemperare, a sangue ancora caldo, lo scetticismo di molti giornalisti e tifosi ci ha pensato Gennaro Gattuso, che al termine del match col Torino, non ha esitato ad esternare le proprie impressioni positive sulla prestazione della propria rosa: “Ero consapevole di giocare contro una squadra che non ha mai perso in trasferta. Si poteva anche perdere oggi. I primi 15' abbiamo sofferto, poi siamo cresciuti. A me la squadra è piaciuta nel complesso. Un anno fa una partita del genere l'avremmo persa. Fidatevi, sono certo di ciò che dico”. Ecco, dunque, che la domanda diventa una ed una sola: come dar torto al condottiero numero uno del Diavolo? L’altra faccia della monetina caduta in equilibrio sul terreno di San Siro al triplice fischio finale di Daniele Orsato, infatti, è quella di una gara che il Torino avrebbe anche potuto vincere senza rubare nulla: il team di Walter Mazzarri, infatti, è rimasto ancora una volta imbattuto lontano dalle proprie mura, ma ciò che fa ancor più impressione è la condizione fisica messa in evidenza da Belotti e co. davanti a un undici certamente riarrangiato da Gattuso alla luce dei tanti infortuni ma pur sempre superiore - classifica leggendo - ai piemontesi. I padroni di casa, infatti, sono apparsi troppo molli nei contrasti e nella testa, specie nei quindici giri d’orologio iniziali di entrambe le frazioni del match. Non si può, tuttavia, non evidenziare la crescita degli stessi col passare dei minuti, grazie ad un baricentro preso in mano e alzato alla grande dalla coppia di centrocampo Bakayoko-Kessie.Pregevole è stato, inoltre, il lavoro della retroguardia milanista, con Abate e Zapata capaci di murare costantemente le avanzate rivali nonostante le ammonizioni ricevute dal direttore di gara dopo appena 39 minuti di gioco. Il terzino campano, in particolare, ha dimostrato di poter interpretare il copione di centrale difensivo non solo contro a una squadra atta ad imbastire azioni offensive in contropiede come il Parma, ma anche al cospetto di un’equipe in grado di tenere in mano il possesso della sfera e di sferrare le proprie incursioni con la fisicità di un 9 come Belotti e con le tecnica e rapidità di un 14 come Iago Falque. Eppure, tra le fila del Diavolo, alcune fiamme non hanno funzionato come dovevano: prima tra tutte quella di Hakan Calhanoglu, ancora alla ricerca di se stesso dopo i longevi tormenti alla caviglia e le difficoltà psicologiche indicate più volte da Gattuso tra una conferenza stampa e l’altra; il secondo fuoco mai realmente in grado di ardere i difensori avversari è quello di Gonzalo Higuain. Il Pipita, rientrato dopo le due giornate di squalifica rimediate per le eccessive proteste durante la partita contro la Juventus, è apparso ancora una volta sfiduciato dopo ogni possesso rossonero svanito in un mancato assist o in una conclusione imprecisa. Due sono state le potenziali occasioni da gol create dall’attaccante argentino, tradito da una voglia di tornare al gol troppo più grande di una condizione fisica di certo non ottimale. A chiarire il tutto è stato il tecnico del Milan a fine match: “Gonzalo oggi non doveva nemmeno giocare, ha fastidio alla schiena e ha stretto i denti per esserci. E’ un giocatore importante per noi, a tratti ha fatto cose interessanti. Sta stringendo i denti. Non riesce ad allenarsi con continuità, questo lo sta penalizzando". A destra e a sinistra di Higuain non ha di certo esitato a sbattersi dannatamente in campo Patrick Cutrone, il solito uomo su cui poter contare quando c’è bisogno di sacrificio prima ancora che di gol. Il ventenne comasco, eccezionalmente poco lucido sotto porta, ha corso tanto e non a caso: basti pensare che nel primo tempo la maggior parte delle palle recuperate dal Milan nella metà campo avversaria è stata certificata proprio dal Nazionale Under-21. Il bicchiere di lettura del match può diventare ancor più pieno, a Milanello, se si considerano l'ottimo spirito fatto vedere da Samu Castillejo nei 22 minuti finali della partita ed una porta finalmente inviolata grazie alle parate miracolose di un Donnarumma ritornato ai massimi livelli dopo un periodo condizionato da troppi alti e bassi a dispetto di un’età ancora giovane. Non solo, perché dalla prossima settimana potrebbero rivedersi in campo Alessio Romagnoli e Mateo Musacchio, i titolari di una difesa decimata nell’ultimo mese, e non è detto che il tecnico meneghino non conceda minuti importanti anche ad Andrea Conti, nuovamente a disposizione dopo il lunghissimo stop ormai alle spalle. E allora, perché non sorridere, in un lunedì di dicembre a Milanello, in vista delle ultime gare del 2019 da giocare contro Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal?
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