Grinta, pressing e cuore: ecco i segreti del Toro che punta forte l'Europa
Il Torino ieri ha vinto meritatamente contro l'Inter, grazie al pressing dei suoi centrocampisti e alla rete di Izzo nel primo tempo. Domenica ci sarà la SpalIniziamo dalle statistiche: Walter Mazzarri, in due gare interne contro l’Inter, ha raccolto altrettante vittorie. Lo scorso anno bastò il gol di Ljajic nel secondo tempo, ieri c’ha pensato Armando Izzo, il suo fedelissimo sin dalle giovanili del Napoli. WM può sorridere, soprattutto visto come si interruppe il suo rapporto con l’Inter dopo l’esonero nel 2014. La differenza sostanziale, però, si è vista nel modo in cui il Torino ha affrontato l’Inter: lo scorso anno, era aprile, i nerazzurri furono padroni del campo per lunghi tratti della gara, e solo i legni e le paratone di Sirigu scongiurarono il pari, se non la sconfitta. Nel gelo dell’Olimpico (parliamo della temperatura, non del clima dentro lo stadio), ieri i granata hanno sfoderato una prestazione tatticamente perfetta, tenendo sempre il pallino del gioco e pressando in maniera feroce gli avversari. Segno che, la mano di Mazzarri sulla squadra, si vede sempre di più.
La vittoria di ieri ne contiene molte altre al suo interno. Innanzitutto quella dei centrocampisti granata Lukic, Rincon e Ansaldi sui diretti avversari Joao Mario, Brozovic e Vecino. Annientanti i nerazzurri dalla foga del General; infastiditi dalla posizione di Ansaldi che ha svariato per tutto il campo ed è stato prezioso anche in appoggio alle punte; sorpresi dalla capacità di Lukic, che di ruolo è regista, di fare legna in mediana. La difesa del Toro, poi, ha sofferto solamente una manciata di minuti la coppia d’attacco argentina Icardi-Lautaro, per poi compattarsi e lasciare le briciole agli avanti dell’Inter. Izzo ha giganteggiato (e non solo sul gol nel duello aereo con D’Ambrosio), anticipando spesso gli avversari; Nkoulou è sempre stato al posto giusto al momento giusto, lucido nel leggere le azioni avversarie e pronto a spazzare qualsiasi cosa arrivasse in area; Djidji, dopo un inizio problematico per la posizione di Lautaro, è cresciuto alla distanza. In avanti, lavoro sporco ma efficace di Zaza e Belotti, mediani aggiunti in fase di pressing e puntuali nelle scelte in ripartenza. Tre reparti, tre vittorie, tre punti.
Certo, il Toro non ha avuto decine di occasioni per far gol, ma è stato cinico nel capitalizzare quella di Izzo su crosso di Lukic da calcio d’angolo e, nel finale, complice anche la superiorità numerica, avrebbe forse potuto chiuderla definitivamente. Quello che resta della gara di ieri è l’abbraccio della Maratona ai giocatori granata a fine partita, in una due giorni dedicata al capitano del Grande Torino Valentino Mazzola, con il figlio Sandro (interista di fede) in tribuna.
Luciano Spalletti ha ammesso la sconfitta senza se e senza ma. Il tecnico nerazzurro ha parlato di differenza di fisico, e anche di fame di vittoria, fra la sua squadra e il Torino. Poi, parlando di scelte, ha fatto spallucce sul caso-Perisic e ha promosso con riserva la coppia d’attacco Icardi-Lautaro. Il tecnico toscano aveva iniziato con un 3-5-2 a specchio, per poi virare nella ripresa a un 4-2-3-1 e, successivamente, al 4-2-4 con l’innesto di Politano. Dopo l’espulsione di quest’ultimo, l’Inter è rimasta in campo con un super offensivo 4-3-2, dove Candreva e Nainggolan agivano in mediana. L’altro dato statistico, e in negativo, riguarda proprio Spalletti: seconda sconfitta su due nelle gare con il Torino in quasi due anni di Inter, un punto in due partite fra i granata e, in precedenza, il Sassuolo. Chi sta dietro ha fatto quasi peggio (leggasi Roma), ma il terzo posto non è poi così inattaccabile.
Coraggioso Mazzarri a inserire Ansaldi fra centrocampo e attacco, e a fare la stessa cosa nel cambio dell’argentino con Berenguer, nonostante la situazione di vantaggio. La scelta di puntare su Zaza ha premiato il tecnico di San Vincenzo, che aveva punzecchiato Iago alla vigilia. Lo spagnolo, probabilmente, troverà posto nell’undici che, domenica, affronterà la Spal a Ferrara. Tornerà Meité dopo la squalifica, e si potrà contare su un Baselli praticamente ristabilito dopo l’infortunio in Coppa Italia contro la Fiorentina (ieri 13’ in campo per sostituire Lukic esausto). Contro i ferraresi sarà la prova del 9, per capire se questo Toro, che dista 3 punti dal sesto posto, ha la giusta fame europea.
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