Milan, per risalire la classifica bisogna passare attraverso l'esame Atalanta. I rossoneri non vincono contro i bergamaschi, tra le proprie mura, dal gennaio 2014. Gattuso si affida ai titolarissimiMilan-Atalanta, stadio San Siro. Basta questo per caricare Rino Gattuso, consapevole di incontrare, domani, "una squadra ostica, rognosa e in cerca di riscatto dopo una serie di risultati negativi". La calma apparente del mister rossonero in conferenza stampa non deve trarre in inganno circa l'attuale stato d'animo di tutto il mondo Milan, a partire dall'allenatore sino ai vertici societari, passando per una squadra sempre più conscia delle proprie forza e identità. Creare occasioni, vincere e scalare le posizioni di una classifica che vede il Milan al 16° posto, quasi nascondendo le qualità di un team giovane e forte: questi gli obiettivi di Gattuso alla vigilia di una gara delicata. E allora sotto con i titolarissimi per invertire un trend casalingo di certo negativo al cospetto della "bellissima realtà" atalantina. E', infatti, dal lontanissimo 6 gennaio 2014 che il Diavolo non conquista il bottino pieno, davanti ai propri tifosi, contro i bergamaschi. Sembra passata un'eternità dal sonoro 3-0 con cui Massimiliano Allegri chiuse le porte in faccia alla giovane Atalanta di Colantuono. Da allora, la Dea non è mai uscita con le ossa rotte dalle mura di San Siro, anzi gli 8 punti totali ottenuti grazie a 2 pareggi e altrettante vittorie la dicono lunga sulla forza di un club in ascesa in un campionato difficile come quello italiano. Dall'altra parte, però, il fuoco del Diavolo arde sempre più forte in tutta la compagine rossonera, stravolta - ma solo sul campo - da Gattuso contro il Dudelange in Europa League e capace di passare col minimo sforzo, al Jos Nosbaum, grazie al gol di Gonzalo Higuain. Già, il Pipita, quel campione sbloccatosi in campionato nella difficile trasferta della Sardegna Arena contro il Cagliari, lo stesso che, "giovanissimo, è riuscito a far parte del mondo Real, segnando tantissimi gol prima di diventare quello che è oggi", ricorda Gattuso. E allora cosa manca a questo Milan per diventare una certezza nel calcio italiano di oggi? La continuità, l'unica caratteristica non ancora insita nel DNA rossonero. Continuità di prestazione tra un tempo e l'altro, continuità di prestazione tra un match e l'altro, continuità di risultati utili consecutivi, continuità, perchè no, di vittorie di fila. Ecco che l'Atalanta diventa uno step importantissimo per fare un balzo in avanti sotto tutti gli aspetti, quello tecnico-tattico, quello di mentalità e quello della graduatoria della Serie A.Milan-Atalanta è, inoltre, la partita degli ex: da Bonaventura a Kessie, sino al neo-rossonero Mattia Caldara, tutti uniti contro il passato, lo stesso che li ha messi in vetrina davanti agli occhi delle big prima dei rispettivi trasferimenti a Milano. Proprio sul difensore 24enne bergamasco, Gattuso non risparmia parole al miele: "Caldara ha giocato una buonissima partita contro il Dudelange. Ci sta che in questo momento possa sbagliare qualcosa e forse anch'io devo calmarmi un attimo con quello che chiedo. L'importante è però giocare con serietà, e la serietà professionale di Caldara la conoscete tutti". Un battesimo per una possibile presenza in campo da titolare nella giornata di domani, nonostante il ballottaggio con Musacchio, attualmente sicuramente più avanti nelle gerarchie perchè più esperto nella difesa a 4. Contro una squadra che gioca bene a calcio c'è bisogno, tuttavia, anche di saper giocare la palla, di uscire da un plausibile pressing alto nerazzurro attraverso il palleggio, cosa in cui questo Milan deve migliorare. "Al momento abbiamo a volte qualche difficoltà nel costruire l'azione e penso sia giusto che Higuain venga indietro per aiutarci a organizzare la trama", ammette il tecnico rossonero in conferenza, sottolineando contemporaneamente quanto la squadra debba migliorare a mettere in migliori condizioni di realizzazione il Pipita. La ricetta? "Quando si arriva negli ultimi 15/20 metri bisogna alzare la testa e dare la palla al numero 9, in modo da fargli far bene davanti alla porta avversaria". Essere spontanei e avere quella dose in più di leggerezza mentale non farebbe male, non è un caso che quando SusoÇalhanoğlu non girano non giri neanche l'intero reparto offensivo milanista. Gli ingredienti per far bene contro l'Atalanta di Gasperini, per il Milan, ci sono tutti, a cominciare dalla fame di un allenatore giovane ma voglioso di far bene perchè primo innamorato dei colori rossoneri, sino alla buona prestazione di Lussemburgo premiata dalla vittoria, passando attraverso lo stimolo di invertire la serie di risultati negativi messi a referto a San Siro, nelle ultime stagioni, contro la Dea. Quest'ultima, a sua volta, è reduce da due k.o. nei recenti turni di campionato contro Cagliari e Spal, gare in cui gli uomini del Gasp si sono contraddistinti anche per esser rimasti a secco di gol all'attivo. "Migliorare" la parola d'ordine di Milan e Atalanta, "vincere" l'obiettivo. Perchè i 4 punti totalizzati sinora da entrambe le squadre sono sicuramente un bicchiere mezzo vuoto rispetto al valore e alla gola delle rispettive rose e società.
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