Mancini, ex calciatore al veleno: “Mi insultava, volevo tirargli una scarpa. Minacciai i suoi figli”
L’ex calciatore del Manchester City ha raccontato il seguente episodio a Big Five su Canal Plus
Intervistato a Big Five su Canal Plus, l’ex calciatore del Manchester City, Nasri, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sul suo ex tecnico ai tempi dei citizens: Roberto Mancini. Durante un match di Premier League contro il Wolverhampton, ci fu un pesante litigio tra il francese e il tecnico italiano. Ecco il racconto nel dettaglio, raccolto da FanPage:
“Non ha smesso di parlare per tutta la partita. Mi giro e gli dico di smetterla di parlarmi, che non sono una Playstation, che se non è contento può farmi uscire per qualcun altro"
Al rientro negli spogliatoi a fine primo tempi, mi ero tolto le scarpette. Yaya Touré era al mio fianco e gli ho detto che se mi parlava male, gli avrei lanciato contro una scarpa.
Mi insulta in italiano ma capisco i suoi insulti. Quindi lo insulto anche io e mi caccia mentre io gli lanciai la pettorina". Nasri rivela così di essere andato a trovare l'allenatore mentre era in sala pesi a fare gli addominali: "Vado a trovarlo e gli dico: ‘Dai ne discutiamo'. Ha detto: ‘No, non parleremo. Sono inc****to, sei inc****to, non c'è niente di buono che verrà fuori da questa discussione. ‘ Non aveva torto".
Gli dico: ‘No, no, ti alzi e vieni'. Allora si alza e cerca di prendermi per un braccio. Gli tolgo il braccio e gli dico: ‘Io non sono Mario (Balotelli)', perché tra loro era normale. Entriamo negli spogliatoi e iniziamo a urlare". I toni si accendono: "Lui urlava e così gli dissi che sarei andato a prendere i suoi figli (Andrea e Filippo che giocavano nelle giovanili del City ndr) nel parcheggio". Nasri termina il suo racconto: "Una volta tornato a casa, Vieira, che ha avuto un ruolo di ambasciatore nel club, è venuto a casa mia per vedermi e mi ha detto: ‘Te l'avevo detto, non parlargli, è pazzo’.
Poi abbiamo fatto pace quando una volta dividemmo l'aereo per fare ritorno a casa. Ha anche provato a portarmi sia all'Inter che allo Zenit, perché lui non sopporta le persone false. Dopo quella volta siamo sempre andati d'accordo".