Buffon rivela: "Mio figlio? Me lo chiese la Juventus, poi ci abbiamo messo una pietra sopra"
L'ex portiere della Juventus e della Nazionale Italiana, ha parlato della volta in cui suo figlio fu chiamato a Torino

Gianluigi Buffon attualmente, dopo una carriera da Campione del Mondo nel 2006, ricopre il ruolo di capo delegazione della Nazionale Italiana.
L'ex portiere della Juventus ha partecipato ad un evento in occasione del master in Management delle Imprese Creative e Culturali presso la Luiss Business School di Roma, dove ha condiviso alcune esperienze della sua carriera calcistica e quella di suo figlio Thomas (avuto con l'ex moglie Alena Seredova), che di recente ha esordito in Serie B con il Pisa, squadra allenata da Filippo Inzaghi, ex compagno di squadra di Gigi.
Gianluigi Buffon e la rivelazione sul figlio
Ecco le parole di Buffon riportate dai colleghi di TuttoSport:
"Le analogie con Thomas sono che abbiamo esordito tutti e due a 17 anni, io a 17 anni e 10 mesi, lui a 17 e 3 mesi, però gli ho detto: la differenza è che io ho fatto Parma-Milan da titolare in Serie A, tu hai fatto 13 minuti di Spezia-Pisa, che è una partita importante di Serie B.
Però a parte gli scherzi sono veramente orgoglioso perché lui ha iniziato a giocare veramente tre anni fa, ha fatto un anno in una squadra di Torino, poi è andato a Pisa l’anno scorso e ha già esordito e significa che ci ha messo tanto del suo e questo mi emoziona, lui è un ragazzo ma è come se fosse un 40enne. Un ragazzo grande e maturo".

Juventus, il figlio di Buffon e il passato in bianconero
L'ex bandiera della Juventus continua:
"Racconto questo aneddoto: lui inizia a giocare che aveva 8 anni e me lo chiede la Juve, loro lo chiedono a me, perché io ho questa cosa che non chiedo mai niente a nessuno perché voglio essere libero e sereno di poter guardare in faccia tutti ed essere libero.
Quindi la Juve me lo chiede e lui mi fa dopo un anno e mezzo: ‘Papà non mi diverto più’ e questa cosa mi sembra un po’ strana anche se a 8-9 anni facevano 5 allenamenti a settimana più la partita il weekend. Io dicevo, Madonna ragazzi se uno ha un po’ di passione gliela fate passare. Io alla sua età facevo uno-due allenamenti massimo a settimana.
A 8 anni c’è bisogno di libertà, di vita sociale, per cui io lo capisco e lo accompagno in questa scelta. Dopo sei mesi la Juve mi chiede di mandarlo, e io glielo chiedo e lui mi dice sì, allora andiamo. Poi dopo sei mesi mi dice che di nuovo si è stancato".
Allora io gli dico, ‘Amore mio, tu torni a casa però con la Juve ci mettiamo una pietra sopra, non chiedermi mai più loro cosa pensano, perché è anche una questione di correttezza.
Per cui lui per quattro anni, anche per ribellione, non fa niente, gioca a Fortnite, mi chiede di accompagnarlo a tornei di Fortnite all’estero". Concludendo: "Per cui lui arriva a 14 anni così, io a 14 anni ero già in giro per l’Italia e l’Europa con la nazionale".
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