Alex Tagliani: "Volevo smettere di correre, poi ho rivisto Zanardi e scherzava sulle sue protesi. Mi ha insegnato tanto"
Il pilota canadese Tagliani, nel 2001 è stato protagonista dell'incidente al seguito del quale Zanardi perse le gambe
Il 15 settembre 2001 sulla pista tedesca del Lausitzring Alex Zanardi venne coinvolto in un incidente che gli costò l'amputazione di entrambe di gambe. Uno schianto che coinvolse anche la vettura di Alex Tagliani. Il pilota canadese, a distanza di 19 anni, dalle pagine del Corriere della Sera ha rievocato quel tremendo schianto che lo vide protagonista: "All'inizio non sapevo cosa fosse successo, avevano portato anche me in ospedale, erano i giorni subito dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Mancavano 13 giri e c'era una battaglia fra quattro macchine, a quell'epoca le Indy avevano 1000 cavalli. In una pista ovale ad altissime velocità non puoi incollarti a un'altra macchina per le troppe turbolenze aerodinamiche. La segui un po' all'interno o all'esterno. Non puoi muoverla, non è come in Formula1. Ho visto con la coda dell'occhio sinistro la vettura di Alex rientrare nel tracciato molto piano, era finita sull'erba dopo aver slittato in uscita dai box. Ho provato a sterzare a sinistra ma il colpo è stato talmente forte che ho perso conoscenza. Ho chiesto che cosa fosse successo ad Alex ed è arrivata sua moglie Daniela a trovarmi. Mi raccontò dei problemi del marito, fu molto gentile. Il brutto per me è arrivato quando sono uscito dall'ospedale: dovevo prepararmi per la gara successiva in Inghilterra, ma non pensavo ad altro che all'incidente. Mi guardavo allo specchio o vedevo un film e ci pensavo. Cenavo e quelle immagini non se ne andavano mai. Qualsiasi cosa facessi, dopo cinque minuti, il pensiero tornava. Una sensazione terribile. Volevo smettere di correre".
Poi l'incontro nel 2002 con Zanardi che gli ha permesso di voltare pagina: "Era a Toronto in pit-lane, è venuto a trovarmi e abbiamo parlato un po'. Mi ha detto: "Sai qual è il vantaggio delle mie nuove gambe? Sono tre centimetri più alto. Era tranquillo, scherzava e raccontava barzellette. Diceva che si dava da fare per tornare a guidare, parlava di comandi al volante. Lì è cambiato tutto anche per me, mi sono sentito più leggero. MI ha fatto capire che per lui era un normale incidente di gara e che anche io avrei potuto prenderlo così. In quei minuti ho capito che potevo voltare pagina. Lui è speciale con il suo modo di vedere le cose, mi ha insegnato tanto. Non mi sono stupito quando l'0ho visto vincere alle Olimpiadi, tornare a guidare macchine da corsa. Ha la capacità di far sembrare le cose normali cose straordinarie, spero che riesca a uscirne di nuovo. Pe lui e la sua bellissima famiglia".
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