Userà più il bastone o più la carota?
 

"Ora ho 50 anni: vedremo. Ci saranno sempre undici più contenti, altri meno. Fa parte della gestione del gruppo. Ho questa comunicazione diretta, occhi negli occhi, i giocatori devono dare il massimo. Questo deve dare forza. È come la pressione, fa parte del calcio: in grandi club bisogna averla. Fa parte. Ci sono ibrutti momenti, ma poi si deve passare ad un momento migliore. Siamo con fiducia. Parole parole, l'ho detto ai giocatori, ma poi sono i risultati che contano eh".

Fonseca parlava di gioco dominante: lei?
 

"Io vado con le mie convinzioni a livello di lavoro e tattico. Il sistema per me non è tanto importante, ma la dinamica sul campo. Poi c'è una strategia, una base, un lavoro sui principi: la squadra deve capirli. Il gioco dominante? Per me il calcio è semplice, molto semplice: c'è una porta e bisogna fare gol e non prenderli. Se poi il gioco dominante significa altro, per me significa fare i risultati. Possesso palla, tiki taka: per me il tiki taka è metterla dentro".

Si può arrivare al quarto posto?
 

"C'è tanto lavoro da fare. Ci sono tanti giocatori importanti. Con quelli che sono disponibili lotteremo per arrivare a vincere".

Ha parlato con Leao e Theo?
 

"Per me i giocatori sono tutti uguali, dipendono da ciò che fanno in allenamento. Il massimo è il massimo, non quello che può pensare ciascuno. Per me poi non ci sono differenza. Loro sanno che il discorso è uguale per tutti e le esigenze sono uguali per tutti. Con Leao il mio discorso sarà diverso rispetto ad un altro ragazzo perché sono caratteri diversi. A me piace capire la storia di chi ho a disposizione: vado a vedere la mamma, il papà, il fratello... A volte ci sono delle storie dietro che giustificano tante cose".

Rafael Leao
Rafael Leao (ph. Image Sport)
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