Zangrillo: " In Serie A si gioca troppo? Guardate la NBA"... Ma i dati lo smentiscono
Audace l'affermazione del presidente rossoblù che però trascura le grandissime differenze fra il modello europeo e quello NBA
Altro aspetto da non tralasciare è la questione della gestione dei giocatori importanti, che deriva dal formato nel quale si disputa il campionato.
Il formato della Serie A prevede che tutte le partite, dalla 1 alla 38, siano fondamentali in quanto in ogni partita possono arrivare al massimo 3 punti che contribuiranno al punteggio finale, fondamentale per il piazzamento della squadra e nel caso per lo scudetto.
Nella NBA invece il formato è quello di campionato+playoff, quindi anche se una squadra arrivasse ottava nella stagione regolare avrebbe comunque la possibilità di vincere i playoff ed aggiudicarsi il titolo di campione Nba.
Il formato della NBA fa intendere una cosa ben precisa: i giocatori più forti vanno preservati dagli infortuni prima dei playoff.
Infatti è davvero impossibile vedere una stella NBA giocare tutte e 80 le partite della stagione regolare e al fine di preservare la spettacolarità di ogni singolo match la NBA ha inserito la regola del “Load management”, ovvero una regola atta a punire con una multa l'eccessivo riposo per tutta la partita di una delle stelle della squadra.
In più se si vanno a vedere le partite di un giocatore stabilmente in nazionale che con il suo club oltre al campionato gioca anche le coppe europee il numero di partite non si allontana molto dalle 80 della NBA.
Consideriamo un giocatore di una nazionale che mediamente gioca 10 partite l'anno, consideriamo che giochi oltre al campionato con la propria squadra anche una coppa europea (giocando almeno 8 partite stando ai nuovi formt) e 4 partite della coppa nazionale; 10+38+8(almeno)+4=60.
Considerando la differenza di minutaggio possiamo dire con assoluta certezza che gli sforzi richiesti ai calciatori sono decisamente maggiori di quelli richiesti nella NBA.