Con il successo per 3-0 del City in finale sull'Arsenal arriva il primo trofeo inglese di Pep Guardiola. Con la Premier in tasca il mirino ora è sulla Champions

- di Marco Vigarani -

Dopo un anno di rodaggio e sconfitte, finalmente Pep Guardiola può tornare a sorridere. Non è stato certamente facile affrontare un'intera stagione senza poter alzare al cielo nemmeno un piccolo trofeo per un uomo che a soli 47 anni ha già riscritto il libro dei record entrando di diritto nella storia del calcio. Da atleta ha vinto la bellezza di 17 trofei, da allenatore sta facendo ancora meglio con 22 trionfi su 549 partite ufficiali alla guida di soli quattro club: Barcellona B, Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. Al netto del primo anno di rodaggio, dal 2008 in poi ha sempre dovuto aggiornare il curriculum a fine stagione con qualche trofeo. Sempre tranne l'anno scorso. Il suo primo anno inglese è stato complicato, il suo credo tattico defìnito tiki-taka non ha sfondato subito ed anzi si è anche attirato anche qualche critica da parte di tifosi abituati a vincere e pronti a continuare i festeggiamenti a maggior ragione dopo aver applaudito l'arrivo in città di questo predestinato della panchina.Anche la stagione 2017/18 aveva già prodotto la prima dose di amarezza con l'eliminazione dalla FA Cup per mano del Wigan ma ieri l'incantesimo si è spezzato e finalmente il City di Guardiola ha alzato al cielo un trofeo. È successo a Wembley, uno dei templi sacri del calcio britannico, al cospetto dell'Arsenal di Wenger che non perdeva una finale dal 2011 su quel terreno. La bacheca del City si è aperta per inserire la Coppa di Lega ribattezzata Carabao Cup e che vede impegnate tutte le 92 squadre professionistiche inglesi. Il successo è stato netto nel risultato e nella dinamica con numerosi sostenitori dei Gunners pronti a contestare il proprio tecnico lasciando il proprio posto con ampio anticipo rispetto al triplice fischio finale. Le firme? Attese ma non banali. In primis quella del principe argentino del gol Aguero, poi quella del capitano di lungo corso Kompany ed infine quella dello spagnolo Silva reduce da settimane difficili in cui il figlio neonato prematuro ha lottato per la vita. In poco più di un'ora la sfida è andata in archivio, Guardiola ha atteso il momento della premiazione per commuoversi ed intanto sicuramente iniziare a pensare al prossimo obiettivo. Non sarà la Premier League che vede il City in netto ed ormai irrecuperabile vantaggio: il mirino di Pep ora è sulla Champions League, il bersaglio grosso. Obiettivo triplete.
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