Quello che va in scena sui campi di calcio di A nella domenica serale del 26 maggio è l’intreccio più bello e avvincente di tutto il campionato. Nell’ultima giornata della stagione 2018/2019, si decideranno i nomi dei team che saranno protagonisti nella prossima Champions League e, nello stesso tempo, il club che, tra Fiorentina, Genoa ed Empoli, riuscirà a permanere nella massima serie calcistica italiana. A non poter fallire nel tentativo di conquistare il bottino pieno per rientrare nell’Europa che conta dopo troppi anni di astinenza è il Milan di Gennaro Gattuso, impegnato quest’oggi in trasferta, al Paolo Mazza, contro la già salva Spal di Leonardo Semplici. I rossoneri, nel pieno di un uragano tecnico e societario che molto probabilmente vedrà dei cambiamenti radicali già nella prossima estate, possono utilizzare l’occhio del ciclone del match più importante della stagione per dare una svolta importantissima al cammino svolto sinora e, perché no, per modificare quelli che per molti sono disegni societari già decisi e immutabili. La tensione è alta in casa Diavolo: il Milan deve vincere e sperare che Atalanta e Inter non pieghino, in casa, rispettivamente Sassuolo ed Empoli. Gattuso, per farlo, si affida al 4-3-3 schierato una settimana fa, a San Siro, contro il Frosinone: Donnarumma è protetto da Abate, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez; il centrocampo formato da Kessié, Bakayoko e Calhanoglu è chiamato di certo a far meglio rispetto all’ultima gara, mentre poco più avanti Suso, Piatek e Borini devono scardinare la retroguardia bianco-azzurra e gonfiare la rete difesa da Viviano. Ci siamo! L’arbitro Valeri dà il via all’incontro.  Il Milan prende da subito in mano le redini del gioco, rendendosi pericoloso, tra il 5’ e l’11’, per ben tre volte: se Piatek, servito perfettamente sulla corsa da Suso, scalda i guantoni di Viviano dopo una manciata di secondi, Borini, un minuto più tardi, colpisce l’esterno della rete da ottima posizione nell’area piccola rivale; pochi giri d’orologio seguenti, il portiere della Spal deve impegnarsi per respingere in angolo il destro micidiale scagliato da Calhanoglu dalla tre quarti. Al 17’, è lo stesso numero 10 ex-Leverkusen a realizzare il meritato vantaggio rossonero: l’azione corale partita dai piedi di Donnarumma culmina nel destro del pupillo di Gattuso, un fulmine nell’inserirsi nell’area di rigore della Spal e nell’incrociare di prima la sfera offerta dalla destra da Kessié. Se, al 21’, l’estremo difensore milanista deve lasciare il posto a Reina per un problema muscolare, al 23’ Kessié realizza il 2-0 meneghino per la gioia incontenibile di Gattuso e co.: l’ivoriano raccoglie il cross basso dalla sinistra di Rodriguez e scaglia un siluro sotto l’incrocio dei pali opposto imparabile per l’estremo difensore avversario. Ad avvalorare il fattore psicologico a favore del Diavolo è il momentaneo 1-0 del Sassuolo sull’Atalanta al Mapei Stadium. Ma il Milan non può distrarsi da quanto accade al Paolo Mazza, dove al 28’ i padroni di casa accorciano le distanze con un gran gol di testa di Vicari sulla punizione tagliata di Murgia dalla tre quarti sinistra. I meneghini non ci stanno: al 36’, Suso, nell’insolita posizione da trequartista, è bravissimo nel saltare secco due uomini ma pecca clamorosamente in mira al momento della conclusione verso la porta ferrarese. Il contemporaneo pareggio dell’Atalanta firmato da Zapata non gela i rossoneri, che, al 44’, cercano di chiudere il match con Calhanoglu, il cui destro incrociato si perde sul fondo per questione di centimetri. A macchiare di giallo la prima frazione di gara, sono i cartellini rivolti da Valeri a Bonifazi e Abate per i rispettivi falli nei confronti di Bakayoko e Antenucci.La ripresa è un vero e proprio incubo per i meneghini: tra il 46’ e il 53’, infatti, Keita Baldé, a San Siro, firma il vantaggio dell’Inter sull’Empoli, Gomez, a Reggio Emilia, quello dell’Atalanta sul Sassuolo (in dieci); Fares, invece, al Paolo Mazza, rimette in parità la gara tra Spal e Milan con un gran colpo di testa sul cross al bacio di Cionek. Il vero risultato? Atalanta e Inter in Champions, Milan in Europa League, per l’incredulità di Gennaro Gattuso. Al 59’, Calhanoglu cerca di suonare invano la carica con un piatto sinistro, in corsa, che si perde, però, largo sul fondo. Quattro giri d’orologio più tardi, il tecnico rossonero dimostra di non demordere e spedisce in campo Cutrone al posto di Abate; dopo pochi secondi, Cionek si lascia sfuggire Piatek nella propria area di rigore, stendendolo irregolarmente davanti agli occhi di Valeri, che non esita a fischiare il penalty e a mostrare il giallo al difensore polacco. Dal dischetto, Kessié è glaciale nello spiazzare Viviano e nel siglare il 3-2 Milan. Negli altri campi succede di tutto: Icardi sbaglia il rigore che permetterebbe all’Inter di portarsi sul 2-0, Pasalic, invece, realizza il 3-1 definitivo dell’Atalanta ai danni del Sassuolo. Le speranze del Milan sono, pertanto, da riporre nell’Empoli di Andreazzoli, che al 76’ sembra ascoltare le preghiere del popolo rossonero e pareggia i conti a Milano, tornando per un attimo in Serie A e regalando la Champions al Diavolo. Nel frattempo, al Paolo Mazza, Jankovic e Floccari prendono il posto di Valoti e Cionek; Conti, dall’altra parte, subentra a Borini. All’80’, Suso farebbe venire giù lo stadio se, dopo un controllo pazzesco, non colpisse troppo bene la sfera con un sinistro volante terrificante sul primo palo ben difeso dall'attentissimo Viviano. In un finale al cardiopalma, gli aggiornamenti del 2-1 dell’Inter sull’Empoli timbrato da Nainggolan e della successiva traversa dei ragazzi di Andreazzoli con la risolutiva sconfitta dei toscani a San Siro chiudono definitivamente le speranze del Milan, che referta, a Ferrara, la vittoria più amara della stagione e certifica la conquista della “sola” Europa League alla luce del quinto posto finale in classifica a una lunghezza di distanza dall’Atalanta e dai cugini nerazzurri.

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