Adesso sui social si leggono dei commenti del tipo: "Beh, dopo due partite di questa autorevolezza, fateli dei complimenti a Djordjevic". Il quale Djordjevic va avanti per la sua strada che è abbastanza chiara: vive da separato in casa con la società, più per la ricerca mai interrotta di un suo sostituto che per il famoso esonero lampo, e poi aggiungiamo la pirotenica distrazione che sta diventando, ai piani alti del club, la cistruzione di una squadra femnmninile in rapporto persino più forte di quella maschile; ed è in totale sintonia con la squadra che anche ieri sera ha vinto con il marchio nuovo, difesa, Teo e Beli in evidenza come sempre, ma anche e soprattutto sugli scudi gli altri, a rotazione. In gara 2 è toccato a un Ricci mai così pimpante, ma anche ad Abass.

La difesa, finalmente

Questa Virtus, vicina adesso alla finale, ancora da conquistare, dunque vicina al traguardo di due partite scudetto alla Segafredo Arena,è nata da momenti diversi e da risultati non felici. Non solo la semifinale col Kazan, anche la successiva sconfitta a Milano che Djordjevic commentò stizzito: "Certi giocatori sono venuti al Forum senza denti e senza dentiera". Poi ci sono stati l'orrendo secondo quarto in gara 3 a Treviso e, immaginiamo, il discorso della montagna in spogliatoio al Palaverde:"Qui ci salviamo solo se ci mettiamo a ragionare come squadra, se ci sbucciamo i gomiti in difesa. Vanno bene gli assist, i canestri, da tre, ma con quelli, solo con quelli, non andiamo da nessuna parte. Volete la conferma, volete avere un valore siul mercato ? Non dovete mettere in vetrina voi stessi, ma il risultato, la squadra che sioete e che siamo". Da lì, la svolta: la squadra difende perchè ci crede. Si appoggia a Teo e Beli, perchè è giusto e bello farlo, ma senza delega ampia e assoluta: quei due sono teo e Beli solo se ognuno, in gara 2 con Brindisi soprattutto Ricci, mai così in palla, e Abass, fa la sua parte, anche aiutando il reparto lunghi che soffre per l'assenza di Tessitori. Adesso la Virtus torna una settimana alla Porelli. Se è davvero diventata una squadra nuova, in gara 3 serve per il match ball, ma intanto bisogna registrare un dato: è 5-0 nei playoff e ha pareggiato i conti con Brindisi che aveva vinto entrambi i confronti diretti in regiular season

Frank Vitucci, una persona non banale

Frank Vitucci non è quel tipo di allenatore che a Brindisi semplicemente perchè quello è il suo posto di lavoro. Va in una città, stabilisce connessioni, interpreta il territorio e, ovviamente, interpreta la filosofosia societaria. Non si lamenta. Lo ha fatto nei giorni scorsi in modo non banale con questo commento: "Chi dice che il budget non fa canestro dovrebbe trovarsi nella situazione opposta, con meno budget". In realtà Brindisi ha fatto un regalo grande alla Virtus già perdendo, e non per colpe proprie, il primato in classifica, dunque ha promosso l'Armani e l'ha messa su una strada diversa da quella della Segafredo. Soprattutto Brindisi ci sta raccontando tante cose di quello che ancora non sappiamo sul Covid: un conto è guarire, un conto, ben diverso, è tornare quelli di prima. Sto collaborando con Marco Bonamico, proprio il marine, dunque uno che il fisico ce l'ha, e che il fisico lo conosce bene, oltre tutto essenbdo adesso gestore di una palestra. Lui ha avuto il Covid, ma ha capito subito che il foglio di dimissioni dall'ospedale lo consegnava ai cartelli della protezione civile, non lo riconsegnava alla vita di prima. Così sta lavorando a SportVax, un programma di riabilitazione fisica per tutti quelli, non solo, non necessariamente atleti, che hanno avuto il Covid. Brindisi ha pagato un conto salato al Covid, e tutte queste partite, pure la prospettiva del back tio back, non sono certo un aiuto. Bisogna ricordarsene non per sminuire i meriti della Virtus ma per capire qualcosa di più della Happy Casa.

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