In Italia lo sport di livello sembra diventato una palestra per anziani. Quale prospettiva si è dato Saputo?
Nel calcio al centro del mercato tanti i giocatori ultra trentenni, nel basket fa scalpore l'esonero di Caja. Le domande sulle attese e prospettive di Joey Saputo
Siamo arrivati a un punto che un giocatore di 40 anni caccia un tecnico a inizio stagione. Per eccesso di lavoro. Cioé, Scola, incurante del fatto che Varese basket abbia un roster giovane, atletico, disposto a fatica fisica e lavoro, interviene sulla proprietà per estromettere coach Caja.
Lo sport di livello sembra, in Italia, essere diventato soprattutto una palestra per anziani. Lo testimonia il fatto che Juve e Inter hanno in Dzeko, Kolarov, Vidal e Darmian (il più giovane di questo lotto, prossimo al 31esimo compleanno) gli obiettivi di mercato: tutto si traduce in un drastico ridimensionamento di costi.
E il teorico, del tutto impossibile inseguimento a Leo Messi - come può un club che acquista Darmian pensare di prendere il giocatore più pagato del mondo, a cifre a cui nemmeno gli sceicchi si avvicinano ? - riguarda in ogni caso un atleta di 33 anni, non esattamente di primissimo pelo.
E' ben vero che la Juve prende Arthur, 24 anni, ma ha già venduto Pjanic. E l'Inter prende Hakimi solo perché ha piazzato Icardi. Ah, Osimhen sotto il Vesuvio? Certo, hai sbolognato Allan più le rate delle vecchie cessioni. Quello che è vero che questi tre acquisti "top" sono tutti under 25.
Ma in questo senso anche il Bologna - risparmioso come sempre, arrivo più celebrato quello dell'utile svincolato De Silvestri, 32enne - appare in controtendenza con Vignato, Hickey (molto probabile) e Supryaga, in gestazione. Resta un fatto: che per irrobustire la difesa si preferisce la soluzione interna di Gary Medel, arzillo 33enne oramai ex centrocampista, purtroppo già vittima di infortunio muscolare. E la coppia nuova con Tomiyasu, ammesso che si affievoliscano o non vengano ascoltate le sirene inglesi. Quanto al fatto che gli si resista - se effettivamente ci sono - vorrei sommessamente ricordare il momento in cui il patron Saputo vendette Verdi: era la cena di Natale. Poi l'intervento congiunto di Fenucci, Branchini, del ragazzo e del management del Napoli spostò avanti di 6 mesi l'operazione, che però era già decisa. Alla fine giocherà un bel po' di partite anche Danilo, vedrete, che oggi sembra escluso dalle rotazioni dei titolari. Ed è già stato scritto, direi a ragione, che se arrivasse un frangi flutti davanti alla difesa (sì, anche stagionato, non aspettatevi un prospetto) forse se ne dovrebbe andare Svanberg (il meno futuribile tra i centrocampisti) ma ne guadagnerebbe il numero delle reti subite, che resta il cruccio più grosso della scorsa stagione e il punto più inefficace (preferite migliorabile? Va bene) del lavoro del mister e del suo staff.
A proposito delle problematiche del calcio italiano e delle difficoltà di quello europeo (Israele chiude le città alle 19, come si fa a giocare alla sera a calcio e a basket ?), io non so quale sia il grado di soddisfazione di Saputo per il suo investimento nello sport, quale la prospettiva che si è dato (sì, certo, l'Europa in 10 anni ma qualunque piano così a lunga distanza può essere sottoposto a revisioni anche radicali), e quali attese nutra sul coinvolgimento della città nella operazione stadio. Metterà i 90 milioni da solo o si attende compartecipazioni? Il momento non sembra dei più propizi. A meno che non sia lo Stato a offrirgli un salvagente puntando su un evento tipo Europeo o Mondiale per smuovere i cantieri e quindi l'economia. L'unica certezza è che tra i nomi dei club in vendita esplicitati di recente dal Sole 24 Ore non c'è - a oggi - il Bologna.
Che resta, comunque, un club simpatico, anche rispettato, ma di seconda o terza fascia e da lì non pare schiodarsi. Bastava vedere il parterre de roi della serata dedicata al calciomercato al Grand Hotel di Rimini. E' vero che c'era Sabatini ma al talk show sono andati Galliani (Milan), Marotta (Juve) e lui (Roma). Tutte declinazioni al passato, di presente poco o nulla. Poi sì, lui ha fatto - nei corridoi - un discorso immaginifico e filosofico sull'orgoglio dei giocatori nel vestire il rossoblu. Non so se Fenucci lo abbia preso a fare il Massimo Cacciari o il Marcello Veneziani del calcio, ma per il momento sta giocando quel ruolo. Bene, eh, è considerato e celebrato, ma a noi servono giocatori...migliori. Speriamo.
Il tennis, del resto, se guarda al presente vede un numero uno che prima fa il negazionista poi abbatte con il rimbalzo della pallina una giudice di sedia niuiorchese. Il pomeriggio virtussino di Panatta e Pietrangeli, fatto di dolci ricordi condivisi e una rivalità - anche aspra - stemperata dall'anagrafe, ha avuto un tasso di classe ben superiore.