È già crisi per l'Atalanta? Cosa ci dice la disfatta di San Siro
La squadra di Gasperini è incappata in una sconfitta senza appello, ma siamo proprio sicuri del fatto che si possa già parlare di crisi?
La partita di ieri sera deve essere stata davvero devastante per gli uomini di Gian Piero Gasperini. Aldilà del risultato (netto e senza possibilità di replica), è stata schiacciante la superiorità dell'Inter sull'Atalanta, caduta ancora una volta vittima del perfetto spartito tattico di Simone Inzaghi. Ad oggi, sono ben cinque le vittorie consecutive del tecnico piacentino sul Gasp, capace di infliggere alla Dea il secondo 4-0 consecutivo nel corso dell'anno solare 2024.
Per la Dea è stata una disfatta netta, sia per la mancanza totale di pericoli capaci di impensierire l'Inter con costanza (se non in alcune sparute occasioni nel primo tempo), sia soprattutto per il modo in cui i nerazzurri si sono fatte beffe per l'ennesima volta del sistema di marcature tipico del gioco di Gasperini.
Una disfatta che potrebbe sollevare numerosi interrogativi su quelle che sono le potenzialità della stagione dei bergamaschi. Ma è davvero così?
Una disfatta senza appello
La disfatta dell'Atalanta contro l'Inter nella serata di ieri passa attraverso vari aspetti, come per esempio la capacità dei nerazzurri di mettere a ferro e fuoco il sistema difensivo dell'Inter con i continui tagli dei braccetti della difesa a tre (su tutti, quelli di Benjamin Pavard).
Inoltre, la poca lucidità della difesa bergamasca nelle situazioni da palla semi-inattiva sono emerse in modo preoccupante, come si evince dai due gol segnati in raffica successione da Marcus Thuram nel secondo tempo. Inoltre, l'Inter ha attaccato senza sosta anche dopo il 4-0, in una situazione che avrebbe potuto arrotondare ulteriormente una disfatta già distruttiva per l'Atalanta.
Una disfatta che solleva numerosi interrogativi sul mercato della Dea e soprattutto su quelle che possono essere le sue velleità nel corso di questa stagione.
Si può già parlare di crisi?
Di fronte ad una sconfitta del genere, è inevitabile lasciarsi trasportare dall'emotività del momento, ritrovandosi a sottolineare e ad ingigantire aspetti sicuramente critici della squadra di Gasperini, ma che possono essere risolti.
Innanzitutto, risulterebbe prematuro affermare che ora l'Atalanta sia entrata in una crisi senza precedenti, in quanto già nella passata stagione, con una squadra decisamente più performante di quella attuale e con un calendario più difficile, era incappata in una disfatta così rotonda proprio contro l'Inter a San Siro. Poi però a fine anno si era qui a celebrare una finalista di Coppa Italia e soprattutto una vincitrice dell'Europa League, a conferma di quanto si possa essere precipitosi nei giudizi.
È ovvio che i cicli possano concludersi e quel momento arriverà anche per Gian Piero Gasperini dopo tutti questi anni alla guida tecnica dell'Atalanta, ma a prescindere che il capolinea arrivi quest'anno o tra qualche stagione, non si può e non si deve sottovalutare quello che è il potenziale tattico di uno dei migliori allenatori italiani degli ultimi 25 anni.
Gasperini è sempre stato capace di sorprendere tutti, anche quando partivano autentici capisaldi come Josip Ilicic o il Papu Gomez, a conferma dell'immensa futuribilità del suo progetto tecnico. Nonostante l'addio di Teun Koopmeiners sia tutt'oggi da assorbire all'interno dell'economia della squadra, Gasperini potrebbe riuscire ancora una volta a metterci una pezza, confermando il lavoro eccellente che fa da otto anni a questa parte.
Occhio a dare per morta l'Atalanta troppo prematuramente, nonostante il mercato estivo più che discutibile e nonostante il rischio di appagamento di fronte ai successi della passata stagione.