Mihajlovic: “Gara importante ma non decisiva. Futuro? Ne parlerò prima di tutti con il Bologna"
Sinisa Mihajlovic, a un passo da una salvezza che porterebbe interamente il suo marchio, non si lascia distrarre né dalla classifica né dalle voci sul suo futuro, rimanendo concentrato sul difficile impegno contro l'Empoli, domani al Dall'Ara.
Al Bologna potrebbe andare sostanzialmente bene anche un pareggio, ma Sinisa non è dello stesso avviso: "Da quando sono arrivato non abbiamo mai giocato per pareggiare o perdere, quindi non vedo il motivo per cambiare mentalità in vista di domani. Se poi a 20 secondi dalla fine il risultato è in equilibrio e loro hanno la palla fra i piedi, potremo accontentarci del pareggio, nei 90 minuti prima no".
Passando alla formazione, il tecnico si affida a una delle massime più classiche del calcio: "Tutti i giocatori della mia rosa mi stimolano, ma squadra che vince non si cambia, soprattutto se non ci sono infortuni. Perché cambiare se non ce n’è bisogno?"
La controprova che la squadra non ha bisogno di esperimenti nuovi è confermata dall'analisi più generale dello stato di forma: "Noi abbiamo raggiunto una maturazione personale e collettiva: stiamo bene, giochiamo bene. In alcuni momenti possiamo essere un po’ più tesi e giocare peggio, specie se la partita è importante, ma quando i ragazzi scendono in campo hanno sempre l’atteggiamento giusto. Con questa identità di giovo abbiamo dimostrato di poter giocare alla pari contro chiunque e di poterci togliere delle soddisfazioni".
A proposito di partite importanti, riguardo alla sfida con l'Empoli commenta: "Domani? Partita importante ma non decisiva, perché se una delle due squadre vince ha più possibilità di salvarsi ma nessuna garanzia matematica. Se anche noi vincessimo, non saremmo salvi come loro non sarebbero retrocessi. Loro giocano bene, hanno giocatori tecnici e veloci. Penso vincerà la squadra che farà meglio la fase difensiva, per questo dobbiamo cercare di fare come di recente, in cui non subiamo gol da tre partite".
Il Bologna effettivamente fa gol e non ne subisce, coronamento del cambiamento dettato dal tecnico: "Io ai ragazzi penso di avere dato coraggio. Di averli messi in condizione di giocare senza troppe preoccupazioni. Ho cercato di mettere ogni giocatore al posto giusto e loro si sono applicati da subito per darmi ciò che cercavo. Il fatto di aver vinto subito a Milano ci ha aiutato: un risultato importante a inizio percorso ti dà certe convinzioni e ti fa capire la strada da percorrere. Mi era successo così anche a Catania: perdemmo la prima e poi andammo a vincere a Torino, e da lì cominciammo un percorso con successo."
Il successo del Bologna tuttavia non è ancora assicurato, e l'asticella dell'attenzione rimane alta: "Io penso sempre che quando una squadra va male bisogna rallentare un attimo, ma se la squadra sta bene bisogna spingere sull'acceleratore ed essere anche più esigenti. Io cerco sempre di stare sul pezzo e di questo la squadra se ne accorge".
Inevitabilmente, poi, la discussione si sposta sul suo chiacchierato futuro: "È normale e giusto che sui giornali si scriva del mio futuro: io sono sereno e non mi dà fastidio. Anzi, se l’attenzione deve essere spostata ad altro rispetto alla partita, meglio che sia su di me che sui ragazzi".
In ogni caso, nella scelta del tecnico il calore della città non giocherà un ruolo da protagonista: "Affetto della città? Il nostro lavoro è legato ai risultati: quando vinci la gente ti vuole bene, appena perdi tutti ti voltano le spalle quindi non è per me una componente fondamentale. A me piace che la gente mi veda come l’uomo che sono, perché Mihajlovic come allenatore si può discutere, Mihajlovic come uomo no; mi fa piacere che la gente qui l’abbia capito".
La differenza la farà invece il progetto che gli verrà proposto dalla società: "Il progetto che mi verrà proposto a fine stagione avrà certamente un peso: l’altro giorno ho avuto un confronto con Fenucci e dirigenza ma non abbiamo nemmeno approfondito il discorso perché sappiamo che non è questo il momento. Io ho detto quello che penso di loro, e loro quello che pensano di me. Io ho detto che qui sto bene e che la porta è aperta a tutti. Al momento non ho parlato con nessuno: la prima squadra con cui parlerò sarà il Bologna, che ha la priorità perché è la mia squadra attuale. Quando me ne andai dalla Sampdoria, Ferrero l'aveva saputo due mesi prima: non sono un allenatore che lascia da un momento all'altro. Se avrò contatti importanti, la società sarà la prima a saperlo, altrimenti parlerò prima di tutti con il Bologna".
Le ultime battute sono dedicate al rendimento di alcuni giocatori nel particolare. Sul continuo ballottaggio Poli-Dzemaili spiega: "Per me sono due giocatori importanti, scelgo di volta in volta in base al tipo di partita che devo fare ma entrambi si allenano bene. Mi danno garanzie e serenità, come il resto del gruppo, in cui tutti si allenano bene senza creare problemi". Sul rendimento di Sansone, infine, commenta: "Sansone può sempre dare di più ma sono contento di quello che fa, è un giocatore importante che può sempre fare la differenza e che si merita di giocare per come si allena".
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