Biasotti sulla Sampdoria: "Non credo nel fallimento. Tutto a causa di Ferrero"
L'ex Presidente della Regione si è esposto riguardo la situazione della Sampdoria e dice la sua sul fallimento
La Sampdoria non sta trascorrendo il periodo più roseo della sua storia, infatti oltre all'ultimo posto in classifica e sulla situazione societaria molto allo sbando a causa di una gestione negativa da parte di Massimo Ferrero e ha parlato al Secolo XIX dando pareri personali su diversi fronti:
LA SPERANZA DI ESSER ACQUISTATI
"Evitare la Serie B sarà dura ma la Sampdoria è un club storico, appetibile e credo che entro fine stagione arriverà un fondo e la salverà».
LA CRISI E FERRERO CRISI
"La gestione Ferrero ha creato questa situazione drammatica, questo è assodato. Lo sbaglio è stato di Garrone nel consegnare la Samp a questo personaggio. Bastava vederlo, Ferrero. L’ho incontrato a cena a Roma come presidente del Sampdoria Club Parlamento e appena lo vedi lo pesi, lo capisci. Non gli avrei mai ceduto la Samp e poi i Garrone non avevano la necessità immediata di cedere, sono i più facoltosi della Liguria. Ferrero è pure una persona simpatica, cordiale, ci puoi ridere insieme, mi aveva chiesto se volevo entrare nel Cda ma elegantemente gli ho detto “no grazie, ho altri impegni…”.
CDA E POLITICA
“Devo dare atto a Lanna e al Cda che si stanno comportando nel miglior modo possibile. Le critiche fatte anche da Ferrero sono fuori luogo: cosa potevano fare? Sono persone in gamba. Questo strumento introdotto dopo il Covid ha un effetto positivo: non consente azioni di recupero per i crediti, che restano congelati. Però non sapevo dei 200 milioni di debiti, un dato pesante. Non può fare nulla. Certo, Toti e Bucci possono garantire vicinanza a eventuali acquirenti ma non possono dare aiuti diretti. Possono solo agevolare chi vuole investire in una città come Genova e sono sicuro che lo faranno”.
FONDI E AL THANI
"Ormai, salvo rare eccezioni, quasi tutti i club sono in mano a fondi o fondi sovrani. Non ci sono privati che possano permettersi un’operazione del genere. Ce ne sono tanti facoltosi ma non credo esista oggi chi si accolla una società di calcio con tutti i suoi rischi e con 200 milioni debiti. Un imprenditore normale non lo fa, soprattutto se è ligure perché nessuno è profeta in patria. Se dovessi avere, e non ce li ho, i miliardi per un’operazione del genere non la farei. Alla prima cosa che non va bene ti verrebbero a contestare sotto casa. Se dovessi scommettere direi che sono fiducioso. Il Napoli è stato valutato 1,2 miliardi, anche il Milan è su quelle cifre, la Samp non è a quel livello ma è un club importante. Zanetti? Non lo conosco di persona ma è un ottimo imprenditore. Però credo più che possa prenderla un fondo internazionale, pare che qualcuno si stia muovendo, che ci siano dei colloqui. E quando dico fondo non penso ad Al Thani, quelle sono barzellette: pure lì basta vedere il personaggio per rendersi conto che la serietà è un’altra cosa".
RICOSTRUIRE
“Sì, perché è un club ideale per fare bene, potremmo tranquillamente essere come il Sassuolo o anche l’Atalanta. Piazza ottima, città meravigliosa, tifoseria calda e pacifica e anche per chi investe ci sono condizioni ottimali, dal Porto alla vicinanza con Milano. Ricordo che un tempo i calciatori che venivano qui andavano meglio che in altre squadre perché trovavano il contesto perfetto, ora succede il contrario, spero in un ritorno al passato”.
GARRONE, FERRERO ALLO STADIO E SALVEZZA
“Devo dare atto che i Garrone ci hanno messo decine e decine di milioni. Prima dell’errore Ferrero erano solo da applaudire. Poi probabilmente si erano stufati di buttare soldi in un buco nero ma hanno trovato la scelta sbagliata. Però sono sicuro che cercheranno in tutti i modi di agevolare una soluzione diversa. Conoscendo i Garrone-Mondini vorranno togliersi di dosso questa cattiva pubblicità scaturita da questa situazione. La presenza allo stadio è stata una provocazione classica del personaggio Ferrero ma deleteria. Mi ha dato fastidio da sampdoriano vederlo lì ma credo che chi gli ha fatto l’accredito neanche sapesse chi era o comunque non conosceva i retroscena per cui la chiuderei lì, gli facciamo solo ulteriore pubblicità. Sono un po' rassegnato anche se con Stankovic, soprattutto di recente, giochiamo meglio. Prima eravamo inguardabili, mentre pure con la Lazio fino all’80 ce la giocavamo alla pari. La speranza non muore mai, penso alla Salernitana dell’anno scorso che iniziò la rimonta battendoci. Ci serve un miracolo, ma soffriamo e speriamo. E per salvare il club credo che arriverà una soluzione prima della fine della stagione e se anche andassimo in B ricostruire poi potrebbe persino essere più facile”.