Torino, credici: l'Europa non è lontana e lo spirito è quello giusto
Dopo le tre vittorie in una settimana, il Torino di Walter Mazzarri si trova a 2 punti dal sesto posto in classifica occupato dal Cagliari
Di necessità virtù. Per un Torino tutto meno che scintillante e ridotto all'osso dagli infortuni, la vittoria contro il Bologna ha avuto un valore non indifferente, soprattutto se ci si sofferma sulle occasioni sciupate dagli avanti felsinei, troppo egoisti (Orsolini in più di una circostanza) o imprecisi (Palacio due volte a tu per tu con Sirigu non è riuscito a centrare il bersaglio grosso). Ma la forza del Toro è proprio questa: saper soffrire, giocare a tratti anche male, e portare a casa l'intera posta in palio. Sul piano tattico, Mazzarri ha saputo imbrigliare la formazione del rivale (applaudito da tutto lo stadio Olimpico Grande Torino) Mihajlovic, al netto dell'imprecisione cronica degli avanti rossoblù. La posizione dei due trequartisti Berenguer e Verdi ha creato non pochi problema alla difesa avversaria raffazzonata per le assenze. In più lo sprint di Belotti, bravo a svariare su tutto il fronte offensivo per non dare punti di riferimento (vedi gol di Berenguer con assist proprio del Gallo) ha sparigliato le carte a una retroguardia già con poche certezze. Tre punti sporchi ma fondamentali per il Toro per rilanciarsi in classifica e puntare a un piazzamento in Europa League che passerà di certo da almeno un paio di colpi in questo mercato di gennaio. Appare impensabile, infatti, che questo Toro possa raggiungere la qualificazione alla coppa continentali con una rosa che, ad oggi, manca di alcuni dei suoi pezzi da 90: Ansaldi e Baselli, entrambi acciaccati, ne avranno ancora per un po'; Iago Falque tornerà a disposizione per la gara di sabato contro il Sassuolo ma la sua condizione è un rebus visto che si è infortunato all'alba della stagione senza mai riprendersi del tutto; Lyanco, acciaccato cronico, dovrebbe rientrare in gruppo in questi giorni con la speranza che non finisca nuovamente ko dopo poco. Per Rincon, infine, niente di grave dopo la sindrome influenzale che gli ha impedito di disputare la partita di domenica. Organico competitivo, ma per sognare in grande serviranno almeno due acquisti: un punta, innanzitutto, che possa fungere sia da riserva che comprimario di Belotti e che sappia proteggere il pallone e far salire la squadra; un centrocampista con qualità diverse da quelli presenti in rosa, sia che si parli di un regista che riesca a cucire la manovra e orchestrare il gioco e sia che si parli di una mezzala tecnica con inserimento e tiro da fuori nelle corde. Su quest'ultimo punto, servirà capire le intenzioni della società e del tecnico, al netto delle uscite che dovranno finanziare le possibili operazioni in entrata. Con i calciatori attualmente a disposizione, e con un paio di pedine che possano migliorare il tasso tecnico dell'intera rosa, questo Toro potrà attaccare perlomeno il settimo posto che varrebbe un posto nei preliminari di Europa League. Questa volta da raggiungere con i propri mezzi, e non come nelle precedenti esperienze per mancante altrui. Sabato a Reggio Emilia contro il Sassuolo servirà dare seguito alle 3 vittorie in settimana, Coppa Italia compresa: una partita che servirà, ancora una volta in questa stagione altalenante, per capire se il Toro è veramente guarito o è soltanto in convalescenza.
(Foto: Twitter Torino Fc)
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