Gianni Petrucci è stato di parola. Eletto, anzi rieletto Presidente della Federbasket, ha sintetizzato il suo programma con tono battagliero: adesso prometto 4 anni di rivoluzioni. E ieri sono arrivati i primi segnali. Un comunicato inedito nei toni, fin dall'apertura: "Nel peggior momento del paese e dello sport, con questo inizio  Riforma, si è creata una confusione senza precedenti.Sono altri gli strumenti che possono aiutare lo sport."

Altro che politica: sopravvivenza

E ancora: "Nessuna Federazione o società sarà in grado di sostenere i costi del lavoro sportivo, nonostante le presunte facilitazioni.Parlando di “vincolo sportivo” si fa solo bella figura di civiltà nella parola “vincolo” abolendo però il significato, le conseguenze saranno inimmaginabili.Quale società investirà più sulla formazione dei giovani?Tutto lo sport sarà penalizzato.I soldi a pioggia che si stanno distribuendo non risolvono il problema.Il problema oggi è strutturale e colpisce sia le società professionistiche che pagano alte tasse, sia le altre.E’ grave come non si sia ancora letta la parola Sport sulle iniziative di ristoro, né si stia parlando di sospensione delle tasse come per gli altri settori economici del paese."

Un generale senza esercito

Le parole di Petrucci, non i concetti, hanno un difetto: le pronuncia un generale che non ha dietro di sé a sostenerlo schiere di soldati. E il gap tra base del movimento e vertice non lo ha certo determinato la base che semmai lo ha sofferto. Vero, lo sport è una organizzazione complessa, e i tentativi di semplificazione del ministro Spadafora risultano difficili da digerire per chiunque perché svelano un approccio non solo freddo, senza quel sentimento che invece nello sport ci mettono tutti, e addirittura ostile. Quindi, se potessi, non richiesto, dare un consiglio a Petrucci gli direi: continua a combattare questa battaglia, ma non dimenticarti di quello che succede nelle retrovie. Anzi, ribalta proprio la piramide. A un ministro che vuole cacciare dirigenti semplicenente perchè hanno un incarico che altri gli danno e gli rinnovano, e questa non è una colpa, opponi non solo il presidente della Federazione, scatenagli contro proprio la Federazione. Non si parla degli uffici, che pure servono per mandare avanti la baracca, si parla della passione, dunque dei ragazzini del minibasket, di quanti e quante giocano a livello giovanili, dei master che proprio non ce la fanno a smettere, di allenatori con lavagna e senza, di dirigenti volontari dipendenti a tempo pieno della loro passione, di arbitri che nessuno ricorda mai come indispensabili, di custodi delle palestre, di milioni di persone.

Presenza e assenza sono sulla stessa faccia della medaglia

L'errore più frequente che si commette in questi giorni è quello di contrapporre presenza e assenza. La scuola in presenza è meglio della didattiuca a distanza. Le riunioni davanti alla macchina del caffè sono meglio di quelle su zoom. E così si arriva a dire che, con le palestre chiuse, dunque in assenza del basket, non c'è nemmeno una presenza del basket. Invece è proprio questa assenza dalle nostre vite che ci pesa, che diventa una presenza da rivendicare: siamo il basket in presenza e in assenza, siamo la sola faccia della medaglia che riconosciamo

100 anni festa di tutti

Chiudo citando una esperienza personale non per fare la ruota come un pavone, ma per dare un suggerimento per cominciare a uscire da queta crisi, perché non possiamo semplicemente aspettare che il Cts e altri riaprano le palestre ( e i campetti ). Nel 98 lavoravo al Bologna calcio, che l'anno seguente avrebbe festeggiato 90 anni. Per Natale radunai prima squadra e giocatori delle giovanili davanti alla fontana del Nettuno per il biglietto d'auguri. Che spedimmo a tutti, non solo nel calcio, con questo messaggio: il Bologna nel 99 compie 90 anni. Siete tutti invitati alla Vostra festa di compleanno. Ovviamente, ci fu chi rispose: avete sbagliato il messaggio sul biglietto, e invece volevo e volevamo dire proprio quello. La festa di una squadra è la festa dei suoi tifosi, degli avversari, dell'ambiente, di tutta la società. Ecco, mi piacerebbe che per Natale quest'anno la Fip scrivesse a tutti, anzi a TUTTI: Nel 2021 la Fip compie 100 anni. Siete tutti invitati alla Vostra festa di compleanno.

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