Immagina per un momento di avere 24 anni, essere in missione per la tua Nazionale prendendoti insieme ai tuoi compagni squadra un popolo intero. L'obbiettivo è quello di vincere, sai che dalla tua parte hai il giocatore che dominerà il calcio per i prossimi dieci anni, ma gli avversari possono contare su un'unione di gruppo fantastica e con la fame di far trionfare uno tra i giocatori più emblematici della storia del calcio. Parti in panchina e speri di poter esaudire il tuo sogno di calcare il campo per quella serata che rimarrà per sempre nella storia. Dopo appena 36' la tua squadra sta già perdendo 2 a 0 e al 41' l'allenatore ti fa entrare in campo per provare a ribaltare la partita. Sei semi sconosciuto agli occhi del mondo, ma ora sei tra le 22 persone più osservate del momento.
La partita è in salita e la tua squadra non riesce a girare al meglio, tu sei attaccante e non riesci ad arrivare in porta. Ti senti sconfitto, ti senti stravolto, non sembra esserci speranza.
Ma nel finale si accende qualcosa: il fenomeno. Il tuo coetaneo, che nella scorsa edizione da ancora teenager ha fatto faville contro le migliori stelle del calcio, si procura un calcio di rigore e lo segna con freddezza. Mancano dieci minuti e quello è stato l'unico tiro della vostra squadra. Dopo appena un minuto, lo stesso coetaneo inventa un gol da favola e porta le squadre ai supplementari. Come tutti tu sei incredulo, sei lì in campo e guardando i tuoi compagni negli occhi ci credi sempre di più nel poter renderti protagonista.
Al 108' il sogno sembra riallontanarsi: un certo Lionel Messi segna con un tap-in e riporta in avanti i suoi.
Sei ancora incredulo, ma sai che nulla è impossibile.
Incredibilmente il fenomeno gioca con te e sigla la rete del 3 a 3 procurandosi un altro calcio di rigore e sigla al 118' la rete della speranza.
Mancano pochi minuti, stai correndo all'impazzata per recuperare quel pallone che rincorri da sempre, sin da quando sei bambino. 
All'ultimo minuto accade l'incredibile, un rilancio perfetto dalla difesa arriva sulla tua corsa, è il tuo momento, hai un solo colpo e un millesimo di secondo. Tutto il mondo è in apprensione e in silenzio, ti coordini benissimo e calci di collo pieno sul primo palo. Hai chiuso gli occhi, non vuoi vedere dove è andata, ma i primi accenni di boato ti fanno presagire il peggio: il portiere ci ha messo lo stinco e ha neutralizzato il tuo tiro. 
Si va ai rigori, segni dagli 11 metri, ma la tua squadra e la tua nazionale perdono e ne escono sconfitte.
Son passati diversi mesi, ma ancora ci pensi: “Pensa se fosse entrato quel tiro”.

KOLO MUANI

L'attaccante francese Kolo Muani è tornato recentemente a parlare dell'occasionissima avuta in finale contro l'Argentina lo scorso Mondiale ai microfoni de L'Equipe:

“Quell’istante avrebbe potuto cambiarmi la vita. Purtroppo quello che è accaduto oramai è storia, è uno dei capricci della vita. Quando ho avuto modo di rivedere quell’azione mi sono reso conto di aver avuto a disposizione molte altre alternative per fare il gol, ma in campo tutto scorre molto velocemente e io oggi voglio solo guardare avanti. Fa parte del mio lavoro anche se non lo dimenticherò mai. Eravamo sul punto di conquistare la terza stella. Non mentirò: odio quel momento”.

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