Coronavirus: il bollettino dell'11 settembre della Protezione Civile
Il bollettino aggiornato all'11 settembre della Protezione Civile
Continuano a salire i contagi per coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, si sono registrati 1.616 nuovi casi, mentre ieri erano 1.597. Il totale dei contagiati, compresi vittime e guariti, è di 284.796. Stabile invece l'incremento del numero di morti: 10 in un giorno, come giovedì, per un totale di vittime dall'inizio della pandemia di 35.597. I guariti e dimessi sono complessivamente 212.432, 547 più di ieri. Nessuna regione fa segnare zero nuovi casi mentre i maggiori incrementi si registrano in Lombardia (+257), Veneto (+173), Emilia Romagna (+152). Sopra cento nuovi casi anche Lazio, Toscana e Sicilia. Continua la crescita dei pazienti ricoverati per Covid 19 in terapia intensiva: ad oggi, secondo i dati del ministero della Salute, sono 175, undici in più rispetto a giovedì. In crescita anche il numero degli attualmente positivi - 1.059 in un solo giorno, per un totale di 36.767 - dei ricoverati negli altri reparti ospedalieri (complessivamente sono 1.849, 13 più di ieri) e le persone in isolamento domiciliare (1.035 più di ieri per un totale di 34.743). Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti quasi 99mila tamponi, circa 4.700 in più rispetto alla giornata di ieri. La riduzione del periodo di quarantena da 14 a 10 giorni "comporterebbe una perdita di rilevamento dei casi sintomatici tra i contatti stretti dei casi confermati di circa il 6%". E' quanto afferma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in un documento, di cui l'ANSA è in possesso, di risposta ad una richiesta specifica avanzata dalla Germania. La percentuale del 6%, aggiunge l'Ecdc, è "abbastanza ampia da avere rilevanza per la salute pubblica in uno scenario in cui il livello di esposizione è alto (come la quarantena dei contatti stretti)". Lo scorso 27 agosto la Germania aveva posto un quesito specifico, chiedendo se le evidente scientifiche supportassero una riduzione della quarantena da 14 a dieci giorni. La risposta degli esperti dell'Ecdc è arrivata 5 giorni dopo, il 1 settembre "Sulla base delle evidenze descritte di seguito - si legge nel documento - l'Ecdc ritiene che non vi siano prove sufficienti per supportare una diminuzione del periodo di incubazione del Covid 19 da 14 a dieci giorni. L'Ecdc continua a monitorare e riesaminare le prove non appena sono disponibili per garantire aggiornamenti tempestivi nelle sue valutazioni". Allo stato delle conoscenze attuali, dice infatti il Centro europeo, una riduzione in questi termini determinerebbe appunto una perdita nel rilevamento dei casi quantificata attorno al 6%. La valutazione degli esperti, si legge ancora nel documento, si basa su cinque differenti studi che esaminano l'intervallo di tempo di incubazione del Covid 19 dopo l'esposizione all'infezione. La durata dei tempi di quarantena nel caso di sospetto coronavirus divide e fa discutere. Mentre infatti la Francia ne riduce i giorni e i ministri della Salute Ue esaminano il 'dossier' , 150 scienziati ne chiedono la riduzione. Ma una parola su tutte arriva dall'Oms che raccomanda di mantenerla a 14 giorni. A seguire la linea di maggior rigore c'e' anche l'Italia che, con il Comitato tecnico scientifico, fino ad ora ha privilegiato la linea di cautela con una quarantena a 14 giorni ed il doppio tampone negativo. L' Oms "sta seguendo le discussioni" ma "difende la raccomandazione di una quarantena di 14 giorni per prevenire la trasmissione del virus". "Questa raccomandazione - aggiunge l'Organizzazione - è basata sui dati disponibili sul periodo di incubazione; in sostanza il periodo medio è di 4-5 giorni, con un limite superiore di 14 giorni". "Alcuni paesi - continua l'Oms Europa - stanno valutando una riduzione del periodo di quarantena combinata ad una attività di test, prendendo in considerazione sia le evidenze scientifiche che fattori sociali. "Al momento nessuna decisione è stata assunta. Ne discuteremo nel comitato tecnico scientifico, ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei sulla base di questo orientamento faremo la nostra scelta finale. Si consideri che in questo momento l'indicazione dell'Oms è e resta quella dei 14 giorni". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo a margine di un incontro a Bari a una domanda dei giornalisti sull'ipotesi di ridurre la durata della quarantena. "Sono valutazioni che fanno i nostri scienziati", ha detto il ministro.