Il conduttore, showman televiviso e grande tifoso interista Paolo Bonolis, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano sportivo Tuttosport dove ha parlato di vari temi: la lotta scudetto che vede l'Inter grande favorita, i suoi giocatori preferiti della rosa attuale nerazzurra, di Eriksen che pian piano si sta ambientando nel campionato italiano, del tecnico Antonio Conte e ovviamente non poteva mancare una battuta sulla clamorosa sconfitta casalinga della Juventus contro il Benevento, grazie al gol dell'argentino Gaich.

Paolo Bonolis, le sue parole

LOTTA SCUDETTO: "L’Inter deve temere l’Inter. Ossia un possibile calo di attenzione e di concentrazione. Certo, se vincessimo col Sassuolo, 9 punti sul Milan, che poi sono 10, e 13, o 10, sulla Juventus, qualora i bianconeri battessero il Napoli, sono un bel vantaggio. Ma si deve sempre fare attenzione. Una squadra come quella nerazzurra quando entra in campo - e vale lo stesso per Milan, Juventus, Atalanta e così via - deve giocare per vincere, non può avere altri obiettivi. Poi che ci riescano o meno è un altro conto. Se sei primo in classifica è tutto nelle tue mani, anche per un mero discorso matematico, il meccanismo è talmente semplice che non se ne esce". 

GIOCATORI PREFERITI: "Barella per il contributo che dà a centrocampo. Ma anche l’ultimo Brozovic, che galoppa come una grazia di Dio. La quadratura difensiva di De Vrij mi affascina, ma apprezzo anche il ritrovato Skriniar, oltre a questa splendida novità ormai sbocciata che rappresenta Bastoni. La coppia d’attacco è semplicemente eccellente, si completano: uno fa un lavoro di movimento, l’altro è argine e distribuzione del pallone".

ERIKSEN: "Anche Zidane e Platini ebbero problemi di ambientamento. Ora Eriksen è davvero in Italia e si vede in campo. Prima era straniero in terra straniera, a disagio. Ma è normale. Come se dall’oggi al domani trasferissero me e lei in Danimarca. Avremmo qualche problema lavorativo, o mi sbaglio".

CONTE INTERISTA: "Lo è sempre stato, almeno da quando ha firmato il contratto. Parliamo di un professionista, non di una banderuola. Svolge al meglio la sua professione e ci mancherebbe altro che ora non fosse interista".

GAICH: Al suo gol ovviamente ho esultato, è normale. Ma fin quando la matematica non dà sicurezza, tutto è ancora aperto, mancano un mucchio di partite".

 

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