Ad un passo dal baratro il Milan di Fonseca ha tirato fuori gli artigli nel derby contro l'Inter, anche grazie all'invenzione tattica del tecnico, che ha proposto un 4-2-4 geniale, apparso non così sfrontato come si poteva pensare almeno inizialmente, anzi tutt'altro. Infatti il sistema è imperniato sull'equilibrio e un sacrificio encomiabile da parte di tutti, specialmente degli attaccanti. Visto il successo di questo nuovo modulo presentato nell'ultima stracittadina, la domanda da porsi è quindi lecita: è questa la strada giusta da percorrere per i rossoneri? Andiamo ad analizzare i pro e i contro del possibile riutilizzo di questo sistema di gioco.

4-2-4: perché è giusto continuare su questa strada

Tra le motivazioni che mi spingono a pensare che sia questa la strada da percorrere vi è sicuramente la maggiore connessione tra i reparti, sembra un paradosso ma è così, ce lo ha detto il derby. Infatti sia in fase difensiva che in quella offensiva la squadra sembrava più connessa, perché in  non possesso si posizionava con un ordinato 4-4-1-1 mentre in quella offensiva vi era il solo Fofana che rimaneva basso con Reijnders che alzando la propria posizione sulla trequarti poteva dialogare e fraseggiare con gli attaccanti. Le condizioni affinché questo modulo possa funzionare spesso sono essenzialmente le seguenti: in primis la centralità di Fofana, decisivo per il suo posizionamento che lo configura come schermo difensivo perfetto. Se si guarda la heatmap della sua partita si capisce come si sia mosso partendo dal centrodestra fino a coprire le numerose sortite offensive di Tijjani Reijnders come attestano anche i km percorsi dall'ex Monaco (10,39), secondo tra i rossoneri avendone percorsi solo meno del compagno di reparto olandese (appena sopra gli 11 km). L'altro aspetto è il sacrificio da parte di tutti, specialmente degli attaccanti. Una menzione speciale per Alvaro Morata che ha condotto una partita eccellente oscurando il raggio d'azione di Calhanoglu.  Ne consegue che i grande vantaggi che offre questo modulo sono principalmente due: il primo è che una volta recuperato il possesso i rossoneri hanno subito quattro frecce per ripartire a campo aperto: diverse sono state infatti le occasioni per chiudere la partita in contropiede. Il secondo aspetto è l'inserimento del doppio attaccante, che avrebbe fornito dei vantaggi anche nel match contro il Liverpool, poiché una volta che la squadra viene pressata anche nella propria metacampo, la possibilità di alzare il pallone verso le punte è certamente un vantaggio, che con il solo Morata era di difficile realizzazione. Inoltre il doppio centravanti, grazie a questo lavoro di elastico (lo spagnolo che viene incontro per aiutare nel gioco associativo e l'ex Roma che attacca la profondità o rimane unico riferimento avanzato) mette in seria apprensione la retroguardia avversaria, costrigendo almeno uno dei centrali ad uscire dalla propria zona di confort evitando quindi i raddoppi sugli esterni rossoneri. Tuttavia, sebbene i vantaggi elencati siano molti, vi sono anche dei dubbi sull'effettiva sostenibilità di questo modulo in altre partite. Andiamo a vederli.

Youssouf Fofana
Youssouf Fofana (ph. Image Sport)

4-2-4: qualche dubbio rimane comunque

Nella stracittadina il Milan di Fonseca ha condotto la partita perfetta, sicuramente la migliore della stagione. Come suddetto questo è stato possibile anche per il lavoro e il sacrificio di tutti in fase di non possesso. Il dubbio che sorge  riguarda proprio questo, ovvero la sostenibilità di questo nuovo sistema dipende dalla disponibilità di tutti al sacrificio e l'occupazione ottimale di ogni zona di campo per non lasciare troppi spazi. Qualora questi aspetti dovessero venire a mancare potersi permettere Theo Hernandez, con Reijnders in una mediana a due e quattro attaccanti potrebbe essere molto pericoloso, rischiando di tornare al problema principale: l'equilibrio. Del resto anche Guardiola con il suo Manchester City per sostenere i 4 trequartisti dietro ad Haaland nel 3-2-4-1 ha reinventato Stones come centrocampista al fianco di Rodri per fornire maggiore equilibrio e occupare meglio il campo. E' evidente quindi che il sacrificio e la condizione fisica ottimale per coprire gran parte del campo siano la conditio sine qua non per la sostenibilità di questo 4-2-4. Anche perché in un derby viene certamente più facile lottare, sacrificarsi mentre magari in partite meno di cartello questo potrebbe verificarsi meno e ci potrebbe essere qualche calo di tensione; inutile ribadire che sarebbe deleterio…Questo però non è accaduto nella partita di ieri, contro gli uomini di Gotti è arrivata un'altra solida prova da parte dei rossoneri.

Rafael Leao
Rafael Leao

Con il Lecce arrivano conferme

Anche nella partita di ieri Fonseca ha schierato nuovamente l'ormai consueto 4-2-4 che ha portato i risultati sperati. Il cambiamento tattico rilevante è il passaggio ad una difesa a zona che fornisce maggiore equilibrio e una squadra collegata tra i reparti nonostante l'impiego di quattro attaccanti. La parola d'ordine è rimasta sempre la stessa: sacrificio, abbinato ad una attitudine magnifica da parte di tutti: Abraham e Morata in pressing, Pulisic nel venire a fare il centrocampista occupando il mezzo spazio, di Leao nei ripiegamenti difensivi. Il risultato è una squadra viva, concentrata e affiatata che arriva alla terza vittoria consecutiva in campionato. Forse la svolta è davvero arrivata, anche se serviranno test più probanti per capirlo…

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