Ieri sera nel dopo partita di Inter-Shakthar Donetsk, che ha sancito l'eliminazione definitiva della formazione nerazzurra dalle coppe europee, negli studi di Sky è andato in onda un battibecco molto accesso tra il tecnico nerazzurro Antonio Conte e l'allenatore friuliano Fabio Capello. In realtà i due non si sono mai sopportati , e questa ruggine nacque nel lontano 2004 quando l'attuale allenatore interista vestiva ancora la maglia della Juventus e il club bianconero decise a giugno di ingaggiare proprio Capello che siedeva sulla panchina della Roma.

Secondo indiscrezioni di quel tempo, il centrocampista leccese avrebbe voluto giocare un altro anno prima di ritirarsi ufficialmente dal calcio giocato o al massimo entrare nello staff tecnico, ma Capello si oppose fermamente a questa richiesta, cosicchè il centrocampista appese gli scarpini al chiodo e lasciò i bianconeri.

Da quel momento i due protagonisti non si sono più sopportati con stoccatine reciproche soprattutto nel momento che Conte tornò alla Juventus come allenatore e il tecnico di Pieris era il ct della nazionale russa, con quest'ultimo che criticò l'allenatore bianconero di aver fatto saltare il giorno di riposo dei suoi giocatori dopo una rimonta subita (2-2, febbraio 2014) dal Verona: "Castighi non ne ho mai dati. Non fa parte del mio modo di pensare". Come carico da undici aggiunse che il campionato italiano (dominato dalla Juve) era di un livello troppo basso, come per sminuire i risultati della sua ex squadra.

Ovviamente pronta la risposta di Conte che ai microfoni di Sky Sport criticò il collega con parole molto dure: "Io i commenti li ascolto e li rispetto, anche quelli di chi dice fesserie. Se ho fatto male, bene, se ho messo la pappa in bocca. Mi riferisco a quelli che fanno i maestri senza conoscere i fatti, c'è più puzza in casa d'altri. A qualcuno dà fastidio che questa Juve faccia numeri migliori rispetto ad altri anni. Dei suoi anni ricordo non tanto il gioco ma i due scudetti revocati. Quando parla un guru del calcio dobbiamo solo inchinarci e dire ‘zi padrone'. Secondo Capello stiamo facendo un torneo amatoriale, da quando sono alla Juventus gli piace tanto parlare di noi. Altri allenatori storici della Juventus, come Lippi e Trapattoni, sono più rispettosi. Chi è Capello per dire che ho sbagliato?".

Un'altra puntata del duetto è avvenuta all'inizio del 2020 quando l'Inter sconfisse per 3-1 il Napoli al San Paolo dove Conte si arrabbiò contro Capello reo di aver dichiarato che i nerazzurri avessero giocato solo in contropiede: "Non sono d'accordo con mister Capello perché, non penso che l'Inter oggi si sia abbassata a difendere e ripartire. A me è sembrato di vedere una squadra che  andata a prendere altissimo il Napoli per tutta la partita. Però come dico sempre il calcio è bello perché è vario o… avariato". E quando Capello provò a spiegare in altri termini: "Vuoi che ti dica ripartenze, che sia più moderno? Io sono un po' antico… Negli spazi, comunque, siete formidabili", Conte replicò nuovamente: "Ma di cosa negli spazi… Stiamo parlando di una squadra che in fase di possesso sa sempre cosa fare. Con tutto il rispetto".

Ieri sera come detto precedentemente è andato in scena l'ennesimo capitolo, quando al pensiero del friulano, reo a suo dire che era mancata qualità per vincere il match contro gli ucriani, il tecnico nerazzurro in maniera molta contrariata ha replicato "Non ho niente da rispondere". Poi dopo un’altra domanda dell’ex allenatore di Milan, Roma e Juventus sulla mancanza di gioco, ha così risposto: “Il piano B? C’è, ma non ve lo dico perché poi si scopre e siamo rovinati“.

Insomma un clima molto teso come non mai, ma prima del termine della trasmissione, Capello non le ha mandate a dire al suo collega (nel frattempo andato via): "Ci vuole anche la forza di spiegare, è troppo facile arrivare col sorriso quando si vince  C’è un rispetto per quelli che vengono a farti le domande. Dovresti educatamente dare delle risposte, quando vinci è tutto troppo facile. Ci vuole rispetto per i media, per i colleghi e per tutti quelli che lavorano nel mondo del calcio“, le parole del tecnico friulano. Gasperini è un allenatore ragazzi. Intelligente. Ha capito che doveva cambiare qualcosa tatticamente, ha capito che non poteva giocare come l'altro anno. È questa la forza dell'allenatore. Allegri è uno che cambiava tatticamente, che leggeva la partita. E mi fermo qui". 

Appuntamento alla prossima puntata.

 

 

 

 

 

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