Nei primi 180 minuti di campionato il Bologna ha tirato solo 6 volte in porta: un vero incubo per l'ex bomber Inzaghi che in estate ha lavorato a lungo proprio sull'attacco

- di Marco Vigarani -

Sullo splendido manto erboso del centro sportivo di Pinzolo forse riecheggiano ancora gli urli di mister Inzaghi, attento con il suo staff a tutti gli aspetti della preparazione ma in particolare ossessionato da un dettaglio: il gol. "Andiamo a fare gol" è stato il mantra dell'estate rossoblù sotto la guida dell'ex attaccante di Juventus e Milan, un mito del calcio moderno capace di collezionare più di 300 reti in carriera tra club e Nazionale di cui ben 156 in Serie A. Stiamo parlando di un atleta che non solo ha siglato almeno un gol in ogni competizione internazionale disputata ma che ancora oggi risulta il quarto miglior marcatore nelle competizioni UEFA alle spalle di Cristiano Ronaldo, Messi e Raul. Se esiste un incubo per un uomo che ha dedicato la sua vita alla missione di trafiggere portieri può essere soltanto uno: allenare una squadra incapace di segnare. Il Bologna in queste prime due giornate di Serie A è rimasto a secco nonostante partite abbordabili contro Spal e Frosinone subendo anche la perdita grave di Rodrigo Palacio. Nonostante i 36 anni compiuti, l'argentino è l'uomo chiamato a dirigere l'orchestra offensiva rossoblù e sostanzialmente la diretta emanazione in campo dello stesso Inzaghi con il quale condivide la carriera di primo livello e l'estrema cura del proprio corpo, considerato un tempio consacrato al calcio.Questo Bologna però non ha soltanto il problema del gol ma anche quello di non provarci visto che nell'arco di 180 minuti sono stati appena sei i tentativi che in qualche modo hanno finito la loro corsa nello specchio della porta avversaria: due volte Dijks ed una a testa Poli, Dzemaili, Santander e Palacio. In molti casi si è trattato di soluzioni poco più che velleitarie ed in realtà le occasioni migliori portano la firma di Helander con un palo casuale colpito nel finale del derby contro la Spal e di Dzemaili con un clamoroso errore in contropiede nella sfida sul campo neutro di Torino. Un altro dato preoccupante? Più della metà dei tiri effettuati arriva da fuori area. In queste prime partite assistiamo quindi non solo all'esaltazione della sterilità offensiva dei rossoblù ma anche alla difficoltà estrema della squadra di Inzaghi di trovare la strada per avvicinarsi alla porta. In estate spesso il tecnico ha chiesto ai suoi uomini di verticalizzare e battere la via del contropiede ma contro Spal e Frosinone quasi sempre i pochi tiri sono arrivati al termine di prevedibili azioni manovrate. In pratica questo Bologna sta facendo esattamente il contrario di quanto richiesto e provato nel corso del ritiro estivo. Non volendo pensare che Dzemaili e compagni si siano già dimenticati le lezioni ricevute o peggio ancora che stiano votando una prematura sfiducia al proprio tecnico, resta da valutare con speranza l'impatto che potrà avere la squadra al cospetto di avversari meno tattici e difensivi. Inter, Roma e Juventus sono in arrivo: SuperPippo in campo avrebbe saputo come punirle.
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