I numeri della passata stagione condannano Pietro Aradori. Il nuovo acquisto della Fortitudo ha perso lo smalto dei tempi migliori Posso dire che, casualmente, il 23 luglio, in un tardo pomeriggio canicolare, sono stato testimone..."auricolare" dei primi vagiti del nuovo corso fortitudino dell'ex capitano virtussino. Eravamo...diciamo nella periferia nord di Bologna. Aspettavo il Presidente Fortitudo per condurlo a un colloquio, sì, col "nemico". Il tema era il Palasport in Fiera. Ma Pavani, all'arrivo, parla concitatamente al telefono. Poi mi dice: "Era ...di... (un mio collega). Mi stava dicendo che circola voce che Aradori vada alla F. Io gli ho risposto che Carraretto e Martino me lo avrebbero detto, se ci avessero solo fatto un pensiero". Vabbé, alla sera un amico comune (bianconero) mio e di Muratori mi riferisce che l'affare si sta facendo. Flebilmente smentisco, poco convinto. E penso: "mah, non è che Pavani mi ha dato una notizia e io sto qui a dormire ?". Ecco, forse era così. Ah, en passant. In Via dell'Arcoveggio avevano già detto, all'ora dell'aperitivo, che non avrebbero opposto resistenza. Comunque, l'esclusione di Pietro Aradori dalla Nazionale (anche se descritta a volte con toni un po' truci: del resto che lui non l'abbia presa bene è ben visibile nel suo messaggio su Instagram) ha riaperto il dibattito sulla estate "caliente" del giocatore bresciano e sulla congruità del suo passaggio alla Fortitudo. Voglio provare, esattamente come è avvenuto con Pulgar, a supportare qualche ragionamento con delle cifre. Partiamo dalla maglia azzurra. Il 2019 di Aradori con Sacchetti è fatto di sette partite, due ufficiali, Ungheria e Lituania, e cinque amichevoli, Romania, Costa d'Avorio, Senegal, Russia e Venezuela. Le prime due hanno segnato la qualificazione ai Mondiali. 11 e 10 i punti segnati (con i magiari vinto nettamente, con i baltici perso da regola), 1 su 8 da 3. Nelle altre, quattro vinte e l'unica che conta persa (sì con i russi. Ma questa fragilità non è certo colpa dell'esterno ex Virtus), segnati da 4 a 15 punti (col Senegal...), 5 su 17 dall'arco (3 su 5 contro gli africani).Che cosa vogliono dire questi numeri? Che il giocatore, effettivamente, serve a poco. Nelle gare con avversarie di rango scompare per carenza di fisicità, non la imbuca da 3, difende il giusto e il fatto che abbia perso due volte i gradi di capitano in un mese deve far riflettere soprattutto lui. Poi si può dare la colpa ai gufi, come faceva Inzaghi, lasciare lontanamente intendere di un "complotto"....ma il basket è fatto anzi tutto di dati. Che lo condannano. In campionato però, senza l'impegno di Coppa, può essere un'altra storia. Resto convinto del fatto che i quattro anni di contratto siano un'enormità assoluta. E non giustificata, non dal valore attuale ma dalle prospettive. Per due anni il "bomber" può far brillare la sua mano, esibire la sua tecnica e magari farti vincere un derby. Più avanti...mah, nessuno può dirlo. Dando un'occhiata alle cifre virtussine, in un anno il minutaggio medio, che resta sempre rilevante, oltre 26' a gara, è comunque sceso di 5'. Sono calati, come da logica, punti, assist e rimbalzi ma è soprattutto la percentuale dalla lunetta a essere precipitata. Era uno straordinario punto di forza del lombardo, che però ha sbagliato 22 volte su 86 nell'ultima stagione. Un aspetto su cui coach Martino dovrà sicuramente lavorare. Basta tirarne tanti in allenamento, se uno ha la mano educata, come Pietro, può e deve fare meglio. I dati di Lega non fanno emergere la pericolosità dei rivali né tantomeno il tasso di concentrazione su tagli, blocchi e penetrazioni dell'avversario diretto. Le svagatezze percepite in maglia bianconera non saranno tanto possibili con quella biancoblu. Non fanno parte del DNA Fortitudo.
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