Dopo la terza panchina consecutiva ormai è ufficiale la rottura dei rapporti con Destro. L'attaccante a giugno sarà ceduto senza rimpianti neanche economici

- di Marco Vigarani -

Bologna-Atalanta: gioca Avenatti. Lazio-Bologna: gioca Palacio. Bologna-Roma: gioca Di Francesco. Per trovare un posto nella formazione titolare forse Mattia Destro avrebbe dovuto sfruttare le ultime due settimane allenandosi come portiere e contendere la maglia a Santurro. Scherzi a parte, è ormai palese che il numero 10 rossoblù non rientra più nei piani tecnici per la stagione in corso e quindi anche per quelle future. Sarebbe infatti ingenuo pensare che l'esclusione dell'attaccante ascolano possa essere una scelta esclusiva di Roberto Donadoni senza che la società abbia avuto alcun ruolo. Non stiamo infatti parlando soltanto di un attaccante che segna pochi gol, ma dell'investimento economico più importante dell'era Saputo e di un tesserato che percepisce ogni anno più del doppio di qualsiasi altro compagno di squadra. Davvero pensate che i dirigenti a Casteldebole non potrebbero fare nulla per far cambiare idea al tecnico qualora intendessero difendere un tale patrimonio? Con 16' di impiego nelle ultime tre giornate ci troviamo attualmente di fronte ad un record negativo di impiego che non trova di fatto paragoni in tutta la carriera della punta. Destro non giocava così poco neanche nelle ultime settimane a Roma prima del prestito al Milan o addirittura nella sua prima stagione da professionista al Genoa quando era comunque la quarta opzione alle spalle di Palacio, Floro Flores e Toni. Anche il minutaggio complessivo attualmente è il quarto peggiore della sua carriera anche se in due casi i dati più negativi sono stati viziati da infortuni pesanti a ginocchio e menisco risalenti al periodo giallorosso. Quest'anno invece Destro è praticamente sempre stato disponibile.Il gol clamorosamente fallito a Ferrara non ha fatto scattare la condanna automatica ma ha semplicemente posto il Bologna di fronte all'amara realtà: questo club può vivere anche senza Mattia Destro. Il 27enne non solo ha rinunciato ai galloni di leader tecnico e carismatico automaticamente piovuti sulla sua testa nella notte del suo sbarco in città, ma si è rivelato anche sordo alle molteplici sollecitazioni più o meno veementi arrivate da staff tecnico e dirigenti. A giugno le strade di separeranno senza particolari rimpianti da parte di nessuno. Non si tratterà infatti di una grave perdita sul campo ma neanche di un danno economico particolarmente rilevante. A conti infatti i tre anni di ammortamento permettono di poter valutare a giugno il cartellino di Destro 7 milioni di euro per non rischiare alcuna minusvalenza e, tra pagamenti dilazionati e bonus, tale cifra non sembra essere poi così irraggiungibile soprattutto per una società straniera. Se davvero infatti sulle tracce del numero 10 rossoblù ci sono club iberici e britannici il Bologna potrebbe avere buon gioco nel concludere una cessione indolore se non remunerativa. A tal proposito diventa anche una tattica saggia centellinare l'utilizzo dello stesso Destro per evitare che possa segnare i restanti fatidici 5 gol che lo porterebbero a quota 30 nei primi tre anni in rossoblù facendo scattare così l'ultimo bonus in favore della Roma. Si tratta di 3 milioni di euro che non rappresentano chiaramente per il Bologna una spesa mortale ma assolutamente inutile per un giocatore che ormai ha finito il suo ciclo ed esaurito le proprie possibilità. Ci si avvia quindi verso un addio triste ed anonimo con il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato. È tempo di pensare al futuro: senza Destro.
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