Covid-19, LeBron James: "Lo sport è nullo senza tifosi. Non darò la mano a nessuno d'ora in avanti"
LeBron James su Nba e virus: "Non si potrà riniziare direttamente con i Playoff. Basta coreografie e strette di mano. Mi sentivo alla grande, poi..."
“Lo sport senza tifosi è nullo”. Secca, lapidaria, quasi nostalgica, arriva nella notte la risposta di LeBron James ai quesiti per molti irrisolvibili lasciati nel mondo sportivo dal Covid-19. Il campione senza età dei Lakers ha spiegato il proprio punto di vista sulla vicenda virus in un podcast, partendo proprio dal ruolo fondamentale dei supporters per ciascun agonista, specie nell’Nba: “Senza tifosi, manca tutto il divertimento, mancano le gioie e i dolori. Non c’è quella sensazione di sfida per cui vai in trasferta e vuoi distruggere la squadra di casa e zittire i loro tifosi, e viceversa. Certo, giochi contro i tuoi avversari, ma per tirare fuori il meglio dello spirito competitivo in noi giocatori aiuta sapere che vai a giocare in un ambiente ostile e hai la chance di prendere a calci nel sedere i tifosi avversari. Ovviamente vorrei tornare in campo, ma se si risolve tutto nel giocare 5 vs. 5 e in palestre vuote allora assomiglierebbe molto più ad una partitella di allenamento: scendi in campo, qualcuno porta una telecamera, riprende l’allenamento e ne fa uno streaming live. Senza tifosi cambia veramente tutto, non riesco a immaginarmi un evento sportivo: è una dinamica davvero strana”. Il ‘Re’ passa, pertanto, ad evidenziare tutti i cambiamenti che il Coronavirus apporterà nel quotidiano di una partita Nba: “Non darò mai più un high five per il resto della mia vita. Dopo tutta questa cosa del coronavirus, potete scommetterci: basta high five, e vi assicuro che con questo sono finite anche tutte le elaborate coreografie di saluti e strette di mano prima della palla a due. Se non ci credete, aspettate di vedermi ancora in campo e ve ne accorgerete”. A proposito dei match, l’Nba potrebbe ripartire, una volta venuto meno il pericolo Covid-19, dai playoff. Non proprio una buona idea, secondo James: "No, almeno ancora 5-10 partite di stagione regolare bisogna prevederle: passare subito ai playoff vorrebbe dire tenere in zero conto gli sforzi fatti in 60 e più gare lottando per la miglior posizione possibile”. Già, quegli stessi sforzi (fisici e mentali) dei quali la stella dei Lakers non può proprio fare a meno: “Quando abbiamo smesso di giocare è come se il mio corpo mi avesse chiesto: ‘Ma che diavolo stai facendo? È il 13 marzo, ci stiamo preparando per i playoff, e ora ci fermiamo?’. Mi sentivo alla grande, era come se fossi arrivato in terza base e stessi correndo lanciato verso casa base, pronto per i playoff, e invece ora ci siamo dovuti fermare. Penso con una settimana di mini-training camp il nostro team possa essere pronta per tornare in campo. Abbiamo una chat di squadra, ci teniamo costantemente in contatto, voglio che tutti i tifosi della Lakers Nation lo sappiano”. LeBron James chiude il proprio intervento con una domanda ancora irrisolta, quasi un avvertimento, attraverso un esempio di ciò che potrà accadere psicologicamente in una gara Nba (come nella vita) una volta sconfitto il nemico comune: “Cosa succede se c’è una palla vagante e ti butti per strapparla dalle mani di un giocatore che sai che è stato testato come positivo al coronavirus?”.
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