Milano vicino all’Europa, allontana il campionato
Stiamo parlando troppo degli assenti e il conto lo pagano i presenti
Riassunto veloce delle puntate prec3denti, ma non si parla di una sola serie, ne stiamo seguendo tante contemporaneamente e siccome i crossover non si riconoscono al volo, è persino difficile riconoscere la trama originale. Domenica: infortunio di Teodosic con maledizione dei marchi sul campo. Lunedì sospiro di sollievo, si fa per dire: Teodosic fuori solo una ventina di giorni. Martedì: Milano vince a Barcellona, foto meritata per Delaney, ex di turno, ma per Messina avremmo potuto mettere anche Alviti da quanto era contento; cancellata la partita di giovedì, Kazan resta a casa per Covid, dunque l'Armani risaie in classifica ma alla ventunesima giornata deve ancora recuperare 4 partite. Varese ha esonerato Vertemati. Mercoledì Virtus in coppa e Fortitudo al Paladozza, è un altro spareggio: se vince la Kigali, Sassari è la nuova iscritta alla lotta per la salvezza parecchio allargata. Si gioca anche a Cremona: la Vanoli è appena tornata a vincere, Trieste non gioca dal 19 dicembre quando vinse contro Milano e cerca punti per confermare una buona posizione nel tabellone della Final Eight.
Il calendario un rebus
La premessa per dire, anzi ribadire, che più è complicata la situazione di Milano, vicina all'Europa, ancor più difficile diventa la soluzione per la Lega, con il campionato che ancora naviga a vista, perché si riducono le date a disposizione per eventuali recuperi. Discorso che riguarda ovviamente anche le altre che giocano le coppe. Bisogna essere onesti e dire che il calendario asimmetrico è quasi una benedizione perché riduce le lamentele preventive.
Guardare il dito o guardare la luna ?
Uno degli effetti delle troppe partite è comunque si tiene il conto degli assenti e non si pensa abbastanza ai presenti. Un classico: quando uno indica la luna ci sono quelli che guardano il dito. Prendiamo il caso di Teodosic, uno dei più emblematici, marchio sul campo a parte. Stava giocando troppo per dicembre e gennaio, e non per capricci suoi o di Scariolo. Manca Nico Mannion, è mancato, poco, Pajola in qualche partita, l'allenatore deve cucinare con gli ingredienti che ha, e Ruzzier e Alexander possono ovviamente stare in campo di più ma il peso specifico dei loro minuti e'diverso. Adesso torna Mannion, che avrebbe bisogno di un rientro soft, film oltre tutto già visto, e invece gli toccheranno forse più minuti proprio per l'assenza di Teodosic. Di sicuro non potrà marcare visita Pajola, quello che più avrebbe bisogno di riposo, terzo quarto di domenica a parte, per la dispendiosita'del suo gioco, e per i mesi da che è in campo ininterrottamente. Non solo: le assenze obbligano i presenti a lavori che sono straordinari non solo per quantità ma anche per qualità perché li impegnano in ruoli non loro, in responsabilità maggiori. Non è semplicemente una questione di roster lunghi: ci sono gli allenamenti, ci sono degli equilibri da trovare e ritrovare. Normale che siano in tanti ad aver tirato un sospiro di sollievo per i tempi di recupero abbastanza brevi di Teodosic, altrettanto normale dovrebbe essere una maggiore comprensione per chi tira la carretta in campo. In fin dei conti è quello che diceva l'anno scorso imboccando il viale dei playoff Djordjevic, non copiato da Scariolo che pure ha fatto lo stesso discorso invocando attenuanti generiche che certo non sono una scusa. Semmai sono un'altra mano di vernice sul manifesto di una evidenza: bisogna ridurre il numero delle partite per non rovinare il giocattolo.