La sosta post-nazionali, si sa, talvolta riserva delle sorprese e la prima arriva già nel lunch match di sabato. La Spal, riprende il suo cammino dove l'avevamo lasciata (contro l'Inter), offrendo ancora una volta una grande prestazione, questa volta però, accompagnata anche dal risultato. Dopo 52 anni, riscrive la storia, espugnando l'Olimpico di Roma per 0-2. Una vittoria sofferta, contro un avversario tecnicamente più forte, reduce da quattro vittorie consecutive tra campionato e coppa. I ferraresi, hanno dimostrato di saper soffrire (in 10 dal 75' per l'espulsione di Milinkovic-Savic) ma soprattutto di essere cinici, sfruttando al meglio le occasioni avute. Il merito è tutto del tecnico toscano, il quale si affida al 3-5-2 per contenere la manovra della squadra di Di Francesco per poi colpire di rimessa. Dopo un inizio difficile, con Dzeko più volte vicino al vantaggio, gli spallini iniziano a guadagnare campo e alla prima vera occasione, passano in vantaggio, sfruttando al meglio una veloce ripartenza di Lazzari (migliore in campo), bravo a procurarsi il rigore per il momentaneo 1-0 trasformato da Petagna. Nella ripresa, il copione non cambia e nel momento in cui sembrava che il pareggio fosse nell'aria, i biancazzurri raddoppiano. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo, è Kevin Bonifazi a chiudere la pratica Roma, impattando di testa e mettendo il pallone alle spalle di Olsen, prima rete in serie A per il difensore classe 96. Il raddoppio, è una batosta da un punto di vista mentale per i giallorossi che non riescono più a reagire, e permette alla squadra di Semplici di conquistare dopo quattro sconfitte consecutive, tre punti di vitale importanza e uscire così dai bassi fondi di una classifica che adesso la vede a quota 12 punti, +6 sulla zona retrocessione.Si arresta, invece, la scalata in classifica del Parma, sconfitto tra le mura amiche dalla Lazio. Con Gervinho ancora out e Inglese (titolare) non in condizioni ottimali, i ducali giocano una discreta partita, cercando di frenare le trame di gioco dei biancocelesti sicuramente più in palla. I padroni di casa, troppo rinunciatari quest'oggi, creano una sola occasione pericolosa, con Inglese, a metà primo tempo che calcia fuori di poco alla sinistra di Strakosha. Una partita equilibrata, dove la differenza l'hanno fatta le sostituzioni. Azzeccate quelle di Inzaghi, non quelle di D'Aversa, il quale stravolge l'attacco, inserendo Ciciretti, Biabiany e Ceravolo per cercare di avere più vivacità e peso offensivo. La squadra non reagisce, al contrario, si preoccupa più di non subire gol piuttosto che provare ad attaccare l'aria avversaria. Ciò non accade in casa biancoceleste, dove l'ingresso in campo di Berisha e soprattutto Correa, cambiano l'inerzia del match. La squadra ospite, guadagna metri e non basta Sepe, decisivo in un paio di circostanze, a tenere a galla il risultato. Nel finale, Immobile dal dischetto e Correa a tempo scaduto, condannano i gialloblu alla seconda sconfitta casalinga stagionale. Per il Parma, un piccolo passo indietro che non pregiudica il buon campionato fatto fin qui, vista anche la caratura dell'avversario che ha goduto di una panchina più lunga e di maggior spessore.  Dopo due sconfitte consecutive, il Sassuolo ottiene un punto prezioso, in trasferta, su un campo difficile come quello del Ferraris. Senza l'infortunato Boateng, il tecnico bresciano si affida a Berardi (150 presenze in Serie A), Djuricic e Babacar. Contro la Sampdoria (miglior difesa del campionato), in un match avaro di emozioni, i neroverdi disputano un buon primo tempo, nel quale sfiorano anche il vantaggio, con Berardi che prende il palo. Da sottolineare le prestazioni di Bourabia (migliore in campo) e Lirola, sempre propositivo. Nella ripresa, i ritmi calano, così come la prestazione dei neroverdi e la squadra di De Zerbi, si accontenta del pareggio. Un punto importante, per il morale, dopo le pesanti sconfitte contro Milan e Napoli e per muovere la classifica, che adesso vede il Sassuolo in piena zona Europa League, a pari punti con Fiorentina e Roma.    

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