Il piano di ripresa della A: maxi-ritiri, allenamenti in gruppi e tamponi ogni tre giorni per i giocatori
Il piano studiato dalla Figc per riprendere a giocare appena sarà possibile: dalla riconvocazione degli stranieri alla sanificazione delle strutture
Quando ripartirà la Serie A? La risposta è ancora impossibile da dare ma, dalla parte dei club, vietato trovarsi impreparati al momento di una sconfitta del Covid-19 e di un conseguente ritorno al calcio giocato. Le possibilità che il massimo campionato venga ripreso prima del 20 maggio sono remote. Da quella data in poi, invece, potrà succedere di tutto, motivo per cui gli aggiornamenti settimanali tra il ministro dello sport Spadafora e il presidente della Figc Gravina saranno indispensabili per progettare un futuro migliore di quello odierno. Ma torniamo ai club di A, chiamati innanzitutto a reinserire in rosa tutti quei giocatori stranieri tornati nelle ultime settimane nel Paese di provenienza nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria in atto. Molto probabile, a tal punto, che le società convochino alla base gli stessi calciatori nei giorni successivi alla Pasqua. Dopo il periodo di isolamento di 14 giorni obbligatorio per i rientranti in Italia, gli atleti potranno aggregarsi ai team e riprendere le sessioni di allenamento che si svolgeranno in gruppi ristretti e dureranno dalle tre alle quattro settimane. Juventus, Parma, Inter, Lazio, Milan, Fiorentina, Brescia, Cagliari, Genoa, Spal e Sampdoria aspettano il via libera dal governo per recuperare i tesserati attualmente all’estero. Il governo, dal canto suo, attende speranzoso che la stretta del virus si plachi in tempi ridotti per riattivare l’intero motore dell’Italia e, per logica consequenziale, anche l'attività calcistica, la quale non sarà priva delle misure di sanificazione delle strutture e della tutela degli atleti indispensabili sia durante che dopo un tale periodo di emergenza sanitaria. I tesserati delle società di calcio saranno, infatti, sottoposti al tampone ogni tre giorni e rimarranno in ritiro sempre all'interno della stessa struttura. La speranza che tutto ciò si concretizzi quanto prima è certamente l’ultima a morire ed ancora una volta legata alla futura propagazione del virus nel nostro Paese.
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