Milan, questo è lo Scudetto dell’anno zero: rossoneri consacrati anche all'estero
Dopo anni di alti e bassi e gestioni malsane, il Milan torna sul tetto d’Italia battendo in volata l'Inter. Maldini e Pioli grandi protagonisti di un successo meritato sul campo. Consacrazione da Francia e Spagna
La stagione del Milan, come da logica, è contrappuntata da grandi numeri. 10 vittorie e 2 pareggi nelle prime 12 giornate, 4 sconfitte nelle successive 10 gare, 3 a San Siro e 1 fuori, a Firenze. Dalla 23esima giornata in avanti 11 vittorie e 5 match nulli. 38 gol dell'attacco, 17 del centrocampo e 11 della difesa, meglio di tutte le concorrenti di alto livello. 39 assist. 17 giocatori usati oltre i 1000 minuti.
Con queste cifre il Milan è Campione d’Italia 2021-22. Non si tratta del primo scudetto dei rossoneri ma se guardiamo alcuni dettagli di questo successo, possiamo azzardare che è lo scudetto dell’anno zero.
Dopo anni di gestioni societarie sconsiderate, che avevano di fatto smorzato il fuoco di molti tifosi storici con acquisti frettolosi, costosi e diciamolo, non da Milan, Bonucci su tutti. Di quel ciclo targato Fassone-Mirabelli, si è salvato il solo Kessié.
Poi la telenovela del contratto di Donnarumma, salutato con una stretta di mano al vetriolo e lasciato andare gratis verso Parigi. Buona fortuna! Il suo sostituto, arrivato in sordina tra mille scetticismi, si è rivelato essere non solo all’altezza del predecessore ma ha contribuito alla causa con parate degne di nota, a volte compiendo veri e propri miracoli.
Paolo Maldini & Co. hanno quindi dimostrato coi fatti di aver riportato il Milan dove gli spetta, con polso deciso e con scelte mirate all’integrità del gruppo, non dei singoli. Un Milan che assomiglia tanto per mentalità a quello dove giocava Paolo, con una difesa a tratti impenetrabile e una squadra che gioca sempre per aiutare il compagno, con tanta corsa e generosità.
Stefano Pioli, che a Bologna conosciamo bene, ha raggiunto, a mio modesto parere, il risultato che meritava. Arrivato come sostituto di Giampaolo e alternativa scomoda di Spalletti, ha saputo nel tempo non solo scacciare lo spettro di Rangnick, ma ha gestito al meglio un gruppo fatto di tantissimi giovani che non aveva mai lottato per obiettivi importanti. Certamente aiutato dagli attributi dei senatori, Kjaer, Romagnoli e Ibrahimovic su tutti, ha fatto sbocciare tutti i suoi giovani, Kalulu, Tomori, Ballo-Touré, Brahim Diaz, Tonali, Bennacer e Calabria. Ragazzi che hanno fatto il salto di qualità in questa stagione. Rafael Leao poi, si è consacrato come dominatore della fascia sinistra, decidendo le partite più difficili dal punto di vista psicologico; di fatto ha deciso lui lo scudetto, con il suo strapotere nelle partite decisive. Nello sport serve questo, la forma fisica, mentale e la freddezza al momento giusto, tutto il resto sono chiacchiere del “se” e del “ma”. Se l’Inter avesse vinto a Bologna, forse avrebbe vinto lo scudetto.
Infine, uno sguardo alla stampa estera. Per l'Equipe, ca va sans dir, "Giroud consacra il Milan". E, in effetti, della rimozione dell'ostacolo Sassuolo il francese porta molti meriti. Più aulico lo spagnolo Mundo Deportivo, "il Milan torna a regnare in Italia". Si vede che se li ricordano, i rossoneri dominatori in Europa...