Joe Tacopina punta il dito contro James Pallotta: "Non può incassare quanto chiedeva a gennaio. Serve passione, non un viaggio ogni due mesi nella capitale" L'emergenza scatenata dal Covid-19 non può non influire economicamente in negativo sulla valutazione di un club. Ma se gli introiti ottenuti negli ultimi anni dalla stessa società in questione non sono neanche lontanamente equiparabili a quelli previsti dal business plan studiato al momento del precedente passaggio societario, allora il problema non può trovare soluzione nella sola pandemia in atto. E' questo il senso delle dichiarazioni rilasciate dall'ex vice-presidente della Roma Joe Tacopina ai microfoni di Teleradiostereo. Il riferimento è all'operato di James Pallotta in giallorosso. "Quello che poteva chiedere a gennaio non può incassarlo ora - ha tuonato l'attuale presidente onorario del Venezia - Spero che la Roma venga venduta ad un gruppo che possa riportarla in alto. Qualora ci fosse l'opportunità, sarei onorato anche di ritornare per dare un contributo. Certo, il Covid ha influito sulla valutazione del club, che in questo periodo si è svalutato del 20-25%. Pallotta è un manager molto bravo, ha soldi, ma per occuparsi della Roma serve tempo, occorre passione per vincere questa sfida. Non basta venire nella capitale una volta ogni due mesi, passare qui tre giorni e andare via. Serve tempo e passione. Io stavo lavorando per la Roma già nel 2008 con Soros e con Fiorentino di Unicredit. Sono molto sorpreso che il club non abbia vinto nulla, mi fa stare male tutto questo. La società ha speso tanto, ha avuto spesso squadre che costavano molto, al livello di una squadra da Champions League, per poi non vincere nemmeno un trofeo 'Berlusconi' o una Coppa Italia, è incredibile tutto questo".
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