Sarri e la comunicazione non vanno a braccetto
È ormai ben noto da qualche settimana che gli umori in casa Juve non siano tra i migliori.
Un triangolo vizioso quello tra Allenatore-Dirigenza-Calciatori che, tra alti e bassi, tra confronti e chiarimenti, sembrerebbe non trovare l'armonia giusta in campo e fuori.
Dopo le ultime partite disputate dai bianconeri e le polemiche che li hanno investiti anche per la decisione di non disputare la gara prevista per domenica 01/03 contro l'Inter, causa le precauzioni avverso l'epidemia del COVID-19 (che sta portando non poco scompiglio nel mondo del calcio e non solo), è come se ci fosse stato un out-out da parte dell'allenatore.
Negli ultimi mesi molteplici sono stati i confronti richiesti dal tecnico toscano, che, non vedendo coerenza tra il rendimento durante le sedute di allenamento dei suoi e le prestazioni in campo, ha deciso, finalmente, di imporsi.
Si sa, Sarri non è ben noto per la sua spiccata dote di comunicazione e spesso e volentieri si ostina a non sottrarsi ad esternazioni non difficilmente fraintendibili, in ultimo quella tanto additata dopo la gara di Champions contro il Lione "In Italia ci avrebbero dato due rigori". Probabilmente questo è un modo velato per dire ai suoi di cambiare registro, di cambiare atteggiamento e non basarsi su quanto vissuto fino a qualche mese fa nel Campionato italiano.
Ma a quanto pare nemmeno la piazza non apprezza il suo modo di fare, basti pensare che proprio questa notte hanno vandalizzato la sua vettura, probabilmente nel tentativo di rubarla o magari con l'intento di arrecare solo danni.
Tutto racchiuso in una parola chiave: COMUNICARE. Sarri ha provato a farsi comprendere in tutti i modi, lasciando spesso e volentieri facoltà ai calciatori basandosi sulla loro esperienza, ma senza evidenti riscontri.
Si attende di scoprire l'approccio avrà adottato per la gara di questa sera.
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