Curva Nord Inter nell'indagine della Digos: affari, criminalità e attività losche
Un'inchiesta inedita a livello nazionale della Digos ha fatto luce sull'intreccio di attività losche che si celano dietro la Curva Nord dell'Inter.
Un'inchiesta inedita a livello nazionale della Digos getta luce sul lato oscuro della Curva Nord, cuore pulsante del tifo dell'Inter. Dietro la facciata appassionata si nasconde un intricato intreccio di affari illeciti, traffici loschi e una rete criminale che ha dominato la scena per oltre tre anni.
Il Dominio dell'"Zio" Vittorio Boiocchi
Al centro di questa trama, l'uomo d'affari noto come lo "Zio" Vittorio Boiocchi, una figura che ha segnato la storia dell'Inter. Dopo essere stato liberato nel maggio 2018 da tre decenni di carcere, il suo libro mastro rivela attività losche, tra cui accessi illegali allo stadio, bagarinaggio e gestione di parcheggi VIP. Non solo. Al centro di tutto questo spunta l’associazione “We are Milano”, originariamente creata per organizzare eventi benefici in collaborazione con la comunità Exodus di Don Mazzi.
L'inchiesta – secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano – rivela che l'associazione benefica "We are Milano" è solo una facciata legale, utilizzata per scopi ben diversi. Europarlamentari come Carlo Fidanza e Silvia Sardone sono stati inseriti nel consiglio per conferire maggiore credibilità, facilitando i contatti con la dirigenza dell'Inter. Un inganno che ha coinvolto anche politici e ha svelato legami con la 'ndrangheta calabrese (collegamenti al calabrese Giuseppe Caminiti, parente del narcotrafficante della ‘ndrangheta Salvatore Papandrea, responsabile della gestione dei parcheggi VIP nello stadio).
Dopo la morte di Boiocchi, il controllo della Curva Nord è passato a un ristretto gruppo noto come il "cerchio magico degli otto". Questo gruppo, guidato da Jacopo Pedrazzoli, leader degli Irriducibili e membro del movimento di estrema destra Lealtà Azione, gestisce ora il lato militare e organizzativo della Curva.
Metodi Mafiosi e Intimidazioni
La Digos evidenzia un approccio "mafioso" nelle relazioni con l'Inter, con tentativi di intimidazione e minacce velate. Del resto, il modo di rapportarsi con la società Inter e le richieste avanzate, scrive la Digos, «segue una logica di stampo mafioso» con «tentativi di intimidazione finalizzati al raggiungimento di illeciti scopi».
Il piano è tessere rapporti in un delicato equilibrio, spiega la Digos, «fra l’incutere timore e l’attenzione a non palesare un’esplicita minaccia, salvo poi rivelare la propria vera natura violenta e criminale quando le circostanze non rendano più efficace tale genere di approccio».
La gestione di biglietti e tessere rivela centinaia di ingressi abusivi, mettendo a rischio la sicurezza pubblica.
Il serrato controllo del territorio da parte della Curva Nord emerge attraverso la gestione del bagarinaggio. Le ronde controllano attentamente per evitare concorrenza, segnalando direttamente a Boiocchi ogni possibile intruso nel loro dominio.
L'indagine è ancora in corso, ma il sipario si è sollevato su una realtà che va oltre la passione per il calcio, svelando una trama intricata di potere, affari e criminalità.
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