Ziliani al veleno sulla Juventus: "Anziché radiarla, vogliono salvarla ad ogni modo!"
Il giornalista de "Il Fatto Quotidiano" sul proprio account Twitter ha attaccato nuovamente la Juventus lasciandosi andare ad una serie di tweet velonosi contro il club bianconero
Il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, Paolo Ziliani, si è scatenato su Twitter lasciandosi andare ad una serie di tweet al veleno contro il club bianconero e ha tirato nuovamente in ballo la vicenda legata all' Inchiesta Prisma relativa alle plusvalenze.
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Ziliani si scatena su Twitter attaccando la Juventus
“Le cose stanno così. Tutti sanno delle smaccate malefatte contabili cui la #Juventus ricorre da anni, facendolo alla luce del sole, per truccare i suoi bilanci; ma come per le malefatte di #Moggi ai tempi di #Calciopoli, la FJGC e il Palazzo fanno finta di niente”. (1. segue)
“Purtroppo per loro la CONSOB che ha indagato sui bilanci della #Juventus riscontrando plurime e gravi irregolarità ha informato per conoscenza la COVISOC: che non avendo il potere di deferire gira la comunicazione alla FJGC perchè attivi, nel caso, la sua Procura”. (2. segue)
“Passano 6 mesi e poiché da Torino giungono notizie inquietanti sul conto della #Juventus nell’inchiesta Prisma, la Procura federale istruisce in fretta e furia un procedimento-papocchio per le plusvalenze “obbligando” i giudici ad assolvere anche in appello la Juventus”. (3. segue)
“Tutti felici e contenti. Se non fosse che la Procura di Torino, qualche mese dopo, scrive (motivandolo) che i processi sportivi sono stati ridicoli e che gli stessi motivi addotti dai giudici per assolvere la #Juventus sono invece la conferma della sua colpevolezza”. (4. segue)
"Una figura barbina colossale per la Procura FJGC anche alla luce della montagna di prove emerse sui gravi, svariati e continuati illeciti commessi da #Agnelli & C. Impossibile fare finta di niente, #Chinè è costretto a chiedere la revoca e la riapertura del processo". (5. segue)
"Mentre i media continuano a far finta di niente, venerdì 20 gennaio la Procura di #Chinè chiede per la #Juventus 9 punti di penalizzazione. Ma dopo un attento studio delle carte la Corte d’Appello raddoppia, quasi, la pena richiesta togliendo alla Juve 15 punti". (6. segue)
“A rimanerci male, oltre a #Chinè che dopo i processi-farsa di aprile-maggio che avevano mandato la #Juventus assolta si vede bacchettare dalla Corte per l’inadeguatezza della sanzione richiesta, ci sono tutti: il Palazzo del calcio, la politica e naturalmente i media”. (7. segue)
"Non c’è nessuno, nè il ministro dello sport @andreaabodi, nè il presidente del CONI #Malagò, nè il presidente @FIGC #Gravina, nè il presidente e l’ad della @SerieA #Casini e #DeSiervo che abbia il coraggio di dire: “Chi ha sbagliato paghi”. Invece attaccano i giudici (8. segue)
“Assistiamo alla più grande, coordinata e amorale operazione di diseducazione della gente da parte di alte figure istituzionali, ministro dello sport e dei giovani in testa, che chiedono spiegazioni e trasparenza ai giudici non si sa in base a quale diritto”. (9. segue)
“In cento giorni, tanti ne sono passati dal 28 novembre, giorno della caduta dell’intero CdA juventino, non una di questa figure istituzionali chiamata a commentare lo scandalo che umilia il calcio italiano agli occhi del mondo, ha mai pronunciato la parola #Juventus” (10. segue)
“La parola d’ordine è invece: “Salvare la #Juventus ad ogni costo” e non importa se per la gravità dei reati commessi il club dovrebbe essere radiato, se mezza Italia è disgustata e se il calcio italiano diventerà il simbolo della slealtà sportiva agli occhi del mondo”. (11. segue)
“Tutto questo sotto gli occhi di un governo che vede tutto e non dice nulla e anzi tollera un ministro tifoso che in missione negli Emirati Arabi porta in dono con orgoglio maglie della #Juventus che da sempre, e oggi di più, è nel mondo simbolo del malaffare italiano”. (12. segue)
"Ma se i disonesti vinceranno, l’Italia delle persone perbene si ricorderà di voi: e vi lascerà sguazzare nella cloaca che avete creato inconsapevoli delle vostre bassezze e della vostra indegnità. Da mezzo secolo rovinate la passione della gente. Non meritate niente". (13. fine)