Juventus, l'arte del corto muso: Allegri punta lo scudetto
La squadra bianconera ha vinto ben sette partite su dodici con un solo gol di scarto, Allegri ora punta il tricolore
“In altri sport, come nel calcio, vittoria ottenuta con il minimo distacco necessario”. Questa la definizione della Treccani per descrivere il corto muso nei dizionari dopo le famose parole di Massimiliano Allegri di qualche mese fa. Undici trofei in soli cinque anni, contando il periodo che va dal 2014 al 2019, fanno di Massimiliano Allegri uno degli allenatori più vincenti nella storia della Juventus. Il tecnico toscano, dopo Sassuolo, Cagliari e Milan, nel lontano 2014 viene scelto per sostituire Antonio Conte alla guida dei bianconeri: il suo arrivo, però, viene contestato da tutti i tifosi della Vecchia Signora, memori della bruttissima ultima annata alla guida del Milan dell'ultimo Kakà e di Mario Balotelli, che lascerà l'estate dopo per accasarsi al Liverpool di Rodgers.
L'ambiente Juventus non sa che il mister livornese vincerà tutto quello che c'era da vincere in territorio nazionale con il suo 3-5-2 di contiana memoria: al primo anno arriveranno scudetto e Coppa Italia, più una finale di Champions League giocata contro il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez dopo una cavalcata incredibile, con l'eliminazione in semifinale dei campioni in carica del Real Madrid. In quegli anni la retroguardia era uno degli assoluti punti di forza della squadra, con la BBC (Bonucci, Barzagli e Chiellini) che ha scritto la storia del manuale difensivo scuola italiana.
Massimiliano Allegri, però, dopo cinque anni, viene allontanati da Agnelli. Forse un po' stanco di dominare solo in Italia senza mai scrivere la storia in Europa, l'ex Presidente decide che al suo posto Maurizio Sarri, tecnico prelevato dal Chelsea vincitore dell'Europa League e che aveva stupito tutti con il suo Napoli e con il bel giuoco, sarebbe stata la scelta giusta. L'esperienza del nuovo mister, però, non sarà memorabile, vista l'eliminazione agli ottavi di Champions League per mano del Lione, e dunque verrà subito sostituito da Andrea Pirlo. La stagione con l'ex centrocampista non va come previsto, dunque via al ritorno di Allegri e via ad un nuovo progetto. La BBC non ci sarà più, occorre quindi rimodellare la Juventus e farla tornare ad immagine e somiglianza del tecnico toscano.
Juventus, la rinascita inizia da qui
Massimiliano Allegri dunque, nel 2021, viene richiamato alla guida della Juventus con una squadra totalmente diversa da come l'aveva lasciata. Bonucci non è più quello di due anni prima, stessa cosa Chiellini, e Barzagli ha dato l'addio al calcio. Ecco allora che Danilo, terzino ex Porto e Real Madrid prelevato dal City nello scambio con Cancelo, diventa difensore centrale a tutti gli effetti. Il brasiliano è ancora oggi il perno fondamentale della difesa. Oltre a lui viene trasformato in difensore anche Alex Sandro, anche lui terzino arrivato dal Porto. Purtroppo per la Juventus il processo di rinascita, però, non inizia nel migliore dei modi.
La Juventus chiude la prima annata dal ritorno di Allegri al quarto posto, mettendo in cascina 70 punti, sei lunghezze sopra la Lazio. Le reti subìte, però, sono 37: troppe per una squadra che aveva abituato a numeri mostruosi. La difesa della Juventus è dietro a quella di Napoli, Inter e Milan, tra l'altro squadre che hanno chiuso il campionato sopra i bianconeri, e per cercare di chiudere il campionato in una posizione migliore è necessario cambiare rotta.
La scorsa annata, travagliata per via del terremoto plusvalenze, vede l'uscita di Agnelli, punti di penalizzazione, e un settimo posto che varrebbe la qualificazione in Conference, ma la Juve decide di rifiutare per avere un giudizio clemente sul suo conto davanti la UEFA, e per non avere più anni di squalifica dalle coppe europee.
Annata nuova, vita nuova: la Juventus parte forte in campionato ed attualmente occupa il primo posto solitario in attesa dell'Inter. Le reti subìte sono solo nove ad oggi, ed il cortomusismo risalta in tutto il suo splendore.
Napoli, Monza, Cagliari, Fiorentina, Verona, Milan e Lecce: nelle ultime nove vittorie, ben sette sono arrivate per via del corto muso. Non ci sono più Bonucci, Barzagli e Chiellini, ma Danilo, Bremer, arrivato dal Torino, e Gatti.
Juventus, lo scudetto non è un miraggio
La difesa è completamente rivoluzionata rispetto a quella degli scorsi anni. Alex Sandro è diventato un difensore più che affidabile, Danilo è il leader, Bremer è tornato sui suoi livelli dopo un'annata buia come la pece e Federico Gatti, giocatore prelevato dalla Serie B, si è preso il posto da titolare in difesa, decidendo due match.
Mettendo a confronto il difensore italiano con Danilo, migliore difensore dei bianconeri della passata annata, notiamo come Gatti stia avendo un'importanza assurda nel gioco di Allegri. Vince duelli, marca asfissiantemente gli avversari, e soprattutto segna gol decisivi. Monza e Napoli hanno portato alla Juventus ben sei punti, tutti raccolti grazie alle due reti messe a segno da Gatti. Il corto muso non è un caso, non è fortuna, nasce dalla rinata difesa che Max ha messo su.
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