Mercato non all'altezza e guida tecnica sbaglia: Bologna, è già flop dopo Como?

Poco importa se alla fine è stato acciuffato un pareggio quasi insperato grazie agli innesti dalla panchina. Poco importa se è stata evitata una sconfitta rovinosa che avrebbe portato Vincenzo Italiano ad un passo dalla graticola.

Il Bologna non riesce più a vincere. Sembra ormai finito l'incantesimo che rendeva tutto possibile nella passata stagione. Questo non è più un Bologna da Champions League, bensì una squadra che si ritrova a dover fare i conti con alcune difficoltà significative che probabilmente erano state preannunciate da un mercato controverso da parte di Sartori e soci.

Tre miseri punti contro Udinese, Napoli (comprensibile perderci contro i partenopei), Empoli e Como sono ormai un bottino troppo poco proficuo per una squadra che ha bisogno di stabilità dopo un traguardo che li ha visti ambire ad un risultato finanche impensabile per quelle che erano le sue possibilità.

Un mercato probabilmente non idoneo al progetto

Ad essere al centro dell'attenzione è senz'altro il mercato del Bologna, che presenta non pochi scricchiolii soprattutto per quanto riguarda i sostituti di alcuni Top Player partiti in estate.

Che due giocatori del calibro di Riccardo Calafiori e Joshua Zirkzee non fossero facili da sostituire era quanto meno scontato, ma averli sostituiti rispettivamente con profili come Nicolò Casale e Thijs Dallinga potrebbe non essere stata la soluzione ideale per tamponare questi addii.

È stato dunque un mercato basato sulle tante perplessità per le scommesse effettuate piuttosto che un mercato ben definito improntato su quelle certezze che garantissero la stabilità della quale il Bologna ora ha bisogno.

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Vincenzo Italiano è sempre più a rischio

Alla luce dei risultati, ci si potrebbe chiedere se Vincenzo Italiano possa proseguire la sua avventura in rossoblù.

Che sia un bravo allenatore è tutto fuorché indubbio, in quanto a parlare per lui sono i suoi anni di livello assoluto a Firenze. Ma la vera domanda non è tanto relativa al suo valore, bensì alla compatibilità con il progetto tecnico del Bologna e soprattutto sulla continuità del progetto inaugurato da Thiago Motta nell'ultimo anno e mezzo.

Emergono criticità difensive preoccupanti come quelle emerse oggi pomeriggio contro il Como (che avrebbe potuto dilagare molto di più di quanto sottolineato dal risultato) e soprattutto i tanti sprechi di una squadra che ha bisogno di essere cinica a tu per tu con il portiere avversari.

Tante sono le gatte da pelare per Italiano e altrettante sono le perplessità fatte da questa scelta fatta dai rossoblù in estate, dopo che c'era stata la possibilità di accedere alle performance di Igor Tudor (in uscita dalla Lazio dopo il rapporto conflittuale con Claudio Lotito).

C'è il rischio di fare la fine della Sampdoria nel 2011?

Di fronte ad un avvio così singhiozzante, è legittimo chiedersi cosa possa succedere al Bologna. È effettivamente sensato parlarne in toni catastrofisti e rivendicare parallelismi prematuri con la Sampdoria che nel 2011 retrocesse dopo la qualificazione in Champions League dell'anno prima?

Chiaramente no, risulterebbe infruttuoso avere questa negatività e a meno che di disastri societari incommentabili è impossibile credere che il Bologna possa retrocedere in malo modo. Così come allo stesso tempo non ci si può aspettare che i rossoblù possano avere un trend così negativo da affossarsi la possibilità di riapprodare anche solo alla Conference League.

Nessuno sano di mente si aspettava che questa squadra potesse replicare la magia e i miracoli della passata stagione, ma senz'altro sarebbe stato decisamente più ideale l'idea di trovare quella solidità nei risultati decisiva per rinnovare a lungo termine questo progetto tecnico.

Perché Thiago Motta l'anno scorso aveva fatto un miracolo, ed è impossibile e a tratti scelerato chiedere ai rossoblù di risultati che ai tempi erano stati molto al di sopra delle aspettative.