Iniesta, è un addio da lacrime: lo spagnolo ha scritto la storia a caratteri cubitali
Lo spagnolo ha vissuto una carriera che gli ha consentito di essere uno dei migliori centrocampisti di tutti i tempi
Il ritiro di Andrés Iniesta è stato un fatto pressoché inevitabile, in quanto sin dal 2018 era lontano dai radar del calcio che conta. Don Andrés aveva ormai lasciato il calcio europeo da sei anni a questa parte, eppure l'annuncio del suo ritiro nella giornata di ieri ha comunque fatto malissimo.
Ha fatto male perché Andrés Iniesta ha rappresentato qualcosa di unico e speciale nella storia del calcio. Andrés Iniesta non è stato soltanto uno dei centrocampisti più forti del XXI secolo, ma anche dell'intera storia del calcio. Per la sua capacità di coniugare una classe sopraffina e la sua versatilità tattica con il killer instinct dei migliori attaccanti, Don Andrés è entrato nella storia di questo sport come pochissime altre mezz'ali sono state in grado di fare.
Ma Iniesta non è stato soltanto questo, in quanto il suo comportamento esemplare dentro e fuori dal campo e la sua purezza cristallino l'hanno reso una delle icone più amate e rispettate che questo sport meraviglioso abbia mai avuto la fortuna di avere.
I trionfi continui con il Barcellona
I successi con la maglia del Barcellona sono noti a tutti, non soltanto per la caterva di trionfi tra la patria e le vetrine internazionali, ma anche per il senso di dominio tecnico, tattico e mentale che il Super Team di Pep Guardiola era in grado di imprimere nelle partite, assoggettando le altre squadre al proprio credo tattico.
Quella squadra era semplicemente fuori scala a partire dal valore inestimabile del suo centrocampo. Sergio Busquets fermava ogni cosa che transitava dalle sue parti, Xavi dirigeva il traffico in cabina di regia ed infine Andrés Iniesta aveva il compito di inventare giocate d'estro puro per fare saltare tutti dalla sedia.
Questo centrocampo meraviglioso è tutt'oggi considerato da molti come il più forte della storia del calcio ed insieme ad una difesa granitica ed insieme al talento sovrannaturale di Lionel Messi è stato una delle principali ricette di una delle dinastie più dominanti della storia del calcio.
Quel Barcellona è stato un'armonia pressoché irripetibile nella storia del calcio, e non è un caso che Lionel Messi, Xavi e lo stesso Andrés Iniesta abbiano monopolizzato il podio del Pallone d'Oro 2010. Poi certo, sul fatto che la Pulce non meritasse propriamente quel premio se ne potrebbe discutere per ore ed ore, ma questo è un altro discorso…
Una parabola meravigliosa in nazionale
E se la carriera di Andrés Iniesta era stata magnifica con la maglia del Barcellona, a maggior ragione lo si deve dire per quanto riguarda la nazionale spagnola, che l'ha visto trionfare in lungo e in largo tra il 2008 e il 2012.
Aldilà dei successi tra Euro 2008, Mondiali 2010 ed Euro 2012, Don Andrés è sempre stato in prima linea in questi successi, piazzando diverse giocate decisive nel corso del primo storico Mondiale delle Furie Rosse (segnando per altro quel gol unico contro l'Olanda), nonché dominando l'Europeo del 2012 da MVP.
Nel 2010 e nel 2012, specialmente alla luce della decisività incalcolabile delle sue giocate per le sorti della sua Spagna, era lecito immaginare che fosse un candidato serissimo per la vittoria del Pallone d'Oro, ma in entrambi i casi si è ritrovato “beffato” dal suo compagno di squadra Lionel Messi.
In occasione dell'annuncio del suo ritiro, lo stesso Iniesta si è persino espresso su questa questione, mettendo in mostra la sua iconica ed inimitabile umiltà mentre descriveva l'iconica premiazione al Camp Nou nel 2010:
La foto di Leo, Xavi e me sul podio del Pallone d'Oro è il premio più grande di quel giorno, di quel momento. Tre ragazzi de La Masia... Penso che sia ancora più importante di chi l'ha vinto.
Con Iniesta se ne va via una parte della magia del calcio che sa incantare
A lasciare il calcio non è dunque soltanto un centrocampista straordinariamente dotato dal punto di vista tecnico, non è soltanto un giocatore maledettamente decisivo nei grandi appuntamenti, non è soltanto uno dei più grandi centrocampisti di tutti, ma anche e soprattutto una delle più grandi istituzioni calcistiche del calcio moderno.
Andrés Iniesta è stato unico, perché si è sempre portato dietro un'umiltà ed una purezza d'animo francamente inspiegabili in uno sport in cui la voglia di arrivare ti porta anche ad essere spesso molto poco ortodosso nei comportamenti dentro e fuori dal campo.
Se ne va quindi una parte del calcio profondamente amata da qualsiasi appassionato di calcio che si rispetti, capace di fare innamorare chiunque (sì, compresi anche i tifosi del Real Madrid) e di incantare come pochissimi altri erano stati in grado di fare nell'epoca moderna.
Quel senso di magia è ormai finito, e chissà quanto tempo ci vorrà ancora per rivedere un giocatore unico e speciale anche solo la metà di quanto lo è stato Andrés Iniesta in tutti questi anni.
Grazie di tutto, Andrés.