Rocchi uno dei migliori dell’ultimo decennio. Irrati sbaglia a non concedere un rigore al Verona
Nell’ultima giornata di campionato, pochi gli episodi da evidenziare. Lasciano Giacomelli, Calvarese e Rocchi. Quest’ultimo ha dato lustro alla categoria arbitrale
Il campionato di calcio più lungo della storia è terminato…. FINALMENTE!!
Juventus per la nona volta consecutiva Campione d’Italia e quindi per la prossima stagione ci rappresenterà in Champions League insieme a Inter, Atalanta e Lazio. Auguro ai bergamaschi un grosso in bocca al lupo per la “Final Eight” in programma a Lisbona dal 12 al 23 agosto dove sfiderà il PSG nel quarto di finale. Lo stesso alla Juve contro il Lione e al Napoli contro il Barcellona impegnati nel ritorno degli ottavi.
La finale di Champions quest’anno doveva andare in scena all’Ataturk Stadium di Istanbul il 30 maggio scorso, ma causa il Covid-19 tutto è cambiato. Il governo e la federazione turca non sono stati in grado di affrontare l’emergenza e hanno rinunciato.
Per quanto riguarda l’Europa League, le gare uniche ad eliminazione diretta, si disputeranno in Germania dal 10 al 21 agosto 2020. Le nostre squadre rimaste in corsa negli ottavi sono la Roma, che affronterà il Siviglia e l’Inter che se la vedrà con il Getafe.
E’ stato il campionato dai due volti, pre e post Covid, con la Lazio che prima della sospensione era la compagine più in forma del torneo, ma alla ripresa i biancocelesti per vari motivi non sono più riusciti a trovare il passo giusto per contrastare l’egemonia juventina e non solo.
Rimango della convinzione, che senza l’emergenza sanitaria, avremmo assistito ad un altro campionato anche perché i bianconeri non hanno espresso assolutamente il miglior calcio in questa stagione. La differenza l’ha fatta la qualità tecnica, con Ronaldo in primis, e la rosa lunga.
Chi ha invece stupito ancora una volta è stata la Dea. Calcio spettacolo e attacco stratosferico: in Europa è la terza squadra che ha segnato più di tutte, ben 98 reti, facendo tremare le grandi. Atalanta delle meraviglie in mano a un allenatore che sa decisamente il fatto suo, spesso non sono i grandi campioni a fare forte una squadra, ma l’armonia fisica, psichica e il bel gioco.
Decisamente meglio dello scorso anno, grazie anche al tecnico che ha trasmesso a tratti il suo carattere agonistico, l’Inter. Tuttavia da una società di carisma, ci si aspetta qualcosa in più. Ai nerazzurri per avere le qualità della Signora, manca un trascinatore un vero campione di prestigio e una dirigenza di qualità.
Arrivederci a Spal, Brescia e Lecce sperando di ritrovarle al più presto in serie A.
Chi manca veramente di qualità, di uomini ricchi di personalità in campo, sono i nostri direttori di gara. L’unico che in campo ci da garanzie è Orsato. Rocchi con Juventus-Roma, conclude la sua splendida carriera agonistica e corriamo il rischio serio di non avere, al prossimo mondiale, un nostro rappresentante se non al VAR. E teniamocelo forte quest’ultimo.
Ci sono ragazzi che tentano di emulare i loro predecessori, tanta volontà di migliorarsi, ma purtroppo per attitudini, per inesperienza, per presunzione, ma spesso per sudditanza verso la tecnologia, non riescono a fare il salto di qualità che tutti speriamo.
Fino a un decennio fa, la nostra categoria arbitrale ce la invidiavano nel mondo intero, avevamo arbitri che con autorevolezza ed esperienza non avevano bisogno della tecnologia per decidere e raramente sbagliavano. Purtroppo la causa di tutto questo è da ricercare nella dirigenza AIA, e fino a quando avremo personaggi che tengono soprattutto a riscaldare le poltrone di comando per una sete di potere e non dirigenti che hanno veramente a cuore i loro ragazzi di tutte le categorie, avremo sempre arbitri come quelli che purtroppo assistiamo. Non basta avere il VAR con il suo protocollo, che va decisamente cambiato, per aiutarli. Anzi, è diventato spesso uno strumento per mostrare chiaramente i loro limiti decisionali. Un’altra grande piaga, grandissimo errore, è stata la separazione della CAN A e B che non ha fatto altro che soddisfare qualche altra poltrona a discapito del miglioramento della qualità degli arbitri.
Da migliorare decisamente è soprattutto il rapporto uomo (arbitro) e tecnologia (VAR). Non è possibile vedere arbitri che nonostante l’on field review, possano interpretare erroneamente quello che effettivamente tutti abbiamo visto in campo. Per non parlare poi della piaga dei rigori, mi correggo, dei “rigorini”, perché su 186 penalty (4,89 la media a giornata) decretati in questo campionato (decisamente tanti, ma tanti davvero), almeno il 40% non erano da assegnare. Si vedeva il tocchino del polpastrello di un dito e spesso si sorvolava sul fallo netto in area e non comprenderò mai il perché.
Un’ultima nota, consentitemela da siciliano.
Alle 2 CAN A e B la mia regione, al 3 agosto 2020, è rappresentata da un solo arbitro siciliano e un assistente, fino a qualche anno fa, arbitri e i cosiddetti “guardalinee”, erano decisamente molti di più. Il motivo sarà effettivamente che in Sicilia non si riescono a recepire ragazzi veramente in gamba, quindi generazionale, oppure è solo un discorso politico? Chiedo per il fantomatico amico.
Amici sportivi, godiamoci quest’ultimo mese di estate, perché il prossimo campionato è alle porte e speriamo non chiuse. Covid permettendo.
A presto.
BRESCIA - SAMPDORIA (1-1): Arbitro Fabbri di Ravenna (Raspollini - Saccenti), IV° Abbattista, VAR: Giua, AVAR: Valeriani.
Pareggio quasi scontato tra due squadre che non hanno nulla da dire ormai a questo campionato. Brescia in B e Sampdoria salva da diverse giornate.
25’: ci vuole l’ausilio del VAR per assegnare il penalty ai blucerchiati. Su un tiro in area bresciana da parte di Vieira, Gastaldello allunga il gomito sinistro volontariamente e va a colpire il pallone. Fabbri, dopo l’on field review, assegna il penalty che Quagliarella sbaglia.
48’: secondo rigore della gara, ma questa volta a favore del Brescia. Ayè entra in area e l’estremo difensore doriano Falcone lo atterra. Giusto il penalty assegnato da Fabbri, Torregrossa firma il definitivo pareggio.
ATALANTA - INTER (0-2): Arbitro Giacomelli di Trieste (Peretti - Bindoni), IV° Doveri VAR: Nasca, AVAR: Mondin.
Al Gewiss Stadium di Bergamo si affrontano il miglior attacco e la miglior difesa del nostro campionato. Un vero spareggio Champions per assegnare anche il secondo posto in classifica. La spuntano i nerazzurri milanesi con un avvio travolgente e chiudono la contesa già al 20’ con la seconda e splendida rete di Young. La prima invece dopo 50 secondi realizzata da D’Ambrosio dopo gli sviluppi ci un calcio d’angolo.
La ripresa vede la Dea più determinata, con l’ingresso di Muriel e Malinovsky, ma la difesa interista non si fa sorprendere e il risultato non cambia. Addirittura è l’Inter a triplicare con Sanchez, ma Peretti fa annullare: il cileno era oltre la linea dell’offside.
Un plauso al direttore di gara della sezione di Trieste. Giacomelli ha diretto forse la sua ultima gara della sua buona carriera.
JUVENTUS - ROMA (1-3): Arbitro Rocchi di Firenze (Schenone - Paganessi), IV° Orsato, VAR: Banti, AVAR: Meli.
Rocchi, grazie!! 263 gare in Serie A, dietro solo al più grande Concetto Lo Bello. Lascia l’attività agonistica l’arbitro di Firenze che ha dato lustro, uno dei pochi in questo decennio, alla nostra categoria arbitrale. Gli auguro una splendida attività dirigenziale come quella appena conclusa.
Juventus-Roma non dava spunti agonistici e di classifica, tutto è stato risolto nelle scorse giornate.
Al 37’ viene annullata una rete a Calafiori sugli sviluppi di un corner battuto da Perotti. Paganessi, anche per lui ultima gara come Schenone, segnala giustamente la fuoriuscita del pallone dalla linea di fondo sulla battuta del calcio d’angolo prima del tiro del romanista.
Calafiori ancora protagonista in occasione del penalty per i giallorossi, Danilo lo atterra in area e Rocchi, senza l’ausilio del VAR, non ha dubbi a decretare il tiro dagli undici metri. Un rigore un po’ generoso, Perotti realizza.
MILAN - CAGLIARI (3-0): Arbitro Serra di Torino (Gori - Cangiano), IV° Pairetto, VAR: Manganiello, AVAR: Galetto.
Monologo rossonero all’ultima di campionato contro un Cagliari già in spiaggia. I rossoneri sono l’unica squadra imbattuta dalla ripresa del campionato.
Ritorna Serra della sezione di Torino, dopo alcune apparizioni nella massima serie. Un solo dubbio al 44’ in occasione del calcio di rigore a favore del Milan per un fallo di mano di Walukiewicz in area sarda. Su cross di Calabria, saltano il difensore sardo con Ibrahimovic, lo svedese colpisce sporco di testa e la sfera prima termina sul suo braccio e poi su quello del polacco rossoblu. Il direttore di gara non ha dubbi ed assegna il penalty poi sbagliato dallo stesso centravanti. A mio modo di vedere il rigore non c’era.
NAPOLI - LAZIO (3-1): Arbitro Calvarese di Teramo (Baccini – Vecchi), IV° Dionisi, VAR: Di Paolo, AVAR: De Meo.
Calvarese lascia l’attività agonistica come Giacomelli, salvo cambiamenti dell’ultima ora.
Al San Paolo scende un Napoli più determinato e una Lazio restia.
Immobile realizza la sua 36° rete raggiungendo il record dell’ex napoletano Higuain e la sua prima scarpa d’oro.
53’: calcio di rigore per gli azzurri provocato da Parolo ai danni di Mertens. E’ vero che il belga ha già tirato, ma un difensore non si può permettere un’entrata del genere. Il fallo è netto e Insigne realizza.
SPAL - FIORENTINA (1-3): Arbitro Prontera di Bologna (Robilotta - Sechi), IV° Sozza, VAR: Piccinini, AVAR: Lo Cicero.
Niente da evidenziare in una gara priva di agonismo. Già l’1 a 3 della Fiorentina la dice tutta contro una Spal in B da settimane.
Il rigore per i viola al 4’ di recupero oltre il 90° è netto su Chiesa da parte di Bonifazi che colpisce il piede del fiorentino. Pulgar realizza.
BOLOGNA - TORINO (1-1): Arbitro Di Martino di Teramo (Rossi L. - Scarpa), IV° Abisso VAR: Valeri, AVAR: Del Giovane.
Al Dall’Ara si conclude il campionato tra due squadre che hanno poco da dire. Da sottolineare invece il minuto di raccoglimento per ricordare le vittime della Strage di Bologna avvenuta 40 anni fa.
Bologna in vantaggio con Svanberg al 18’, pareggia il Toro con un gran gol al 66’ di Zaza che trafigge Skorupski con un destro al volo.
GENOA – HELLAS VERONA (3-0): Arbitro Irrati di Pistoia (Carbone - Costanzo), IV° La Penna, VAR: Mazzoleni, AVAR: Ranghetti.
Solo la vittoria dava la certezza al Genoa di firmare la salvezza e vittoria è stata.
Ovviamente l’Hellas non ha fatto molto per rendere la vita difficile ai liguri, come era prevedibile e sinceramente mi sembra giusto così. Al Genoa per salvarsi è bastato il primo tempo chiuso 3 a 0
Dirige Irrati che ha il suo buon da fare soprattutto in occasioni delle espulsioni dirette sia del veronese Amrabat al 1’ di recupero oltre il 90° e sia di Romero che reagisce al fallo subito.
Qualche dubbio sul finire della prima frazione per un fallo (netto) di Zapata in area genoana ai danni di Di Carmine su cross di Lazovic. L’attaccante tenta di liberarsi dalla morsa del difensore che lo trattiene vistosamente e lo atterra. VAR e arbitro fanno proseguire ma….È RIGORE che non viene assegnato all’Hellas.
LECCE - PARMA (3-4): Arbitro Mariani di Aprilia (Preti - Longo), IV° Di Bello, VAR: Maresca, AVAR: Fiorito.
Il difficile miracolo non si concreta e il Lecce lascia la Serie A. Il Parma non fa sconti e gioca la sua onesta partita. Amaro risultato, ma non cambiava la sostanza visto il risultato di Marassi. Auguriamo un arrivederci ai salentini.
SASSUOLO – UDINESE (0-1): Arbitro Amabile di Vicenza (Schirru – Rossi M.), IV° Pasqua, VAR: Massa, AVAR: Tolfo.
Esordio in Serie A per Amabile della sezione di Vicenza. Gli auguriamo che sia la prima di una lunga serie.
Sassuolo e Udinese danno vita a una buona gara, nonostante il caldo, ma sono i friulani a conquistare i 3 punti con l’unica rete della partita messa a segno da Okaka al 53’. Annullato un gol al Sassuolo al 18’: Traoré realizza su imbeccata di Locatelli ma l’ivoriano è al di là della fatidica linea del fuorigioco e Rossi vede bene e fa annullare.