Il Torino ha pareggiato alla Dacia Arena contro i friulani, continuando la striscia positiva contro l'Udinese. Primo tempo in confusione, secondo di carattere con Berenguer che ha cambiato la gara. Soliti cambi obbligati, Zaza e Belotti non incidono

-di Alberto Gervasi-

Quattro giornate ma già una costante: i punti persi in classifica. Potrebbero essere 7 o forse 5, a seconda dei punti di vista, anche se alla fine la classifica dice 5 punti dopo 3 gare, in cui i granata hanno più volte concesso (colpevolemente) quasi un tempo agli avversari. In un campionato come quello che sta venendo fuori, il bottino non sembra magro, ma se si pensa a come sono maturati i risultati e i punti, forse ci sarebbe da chiedersi cosa si poteva fare di più, al netto di qualche errore arbitrale che ha reso frizzanti due post-partita su quattro, ieri compreso. Se il forfait di Iago Falque (problema al flessore) ha spalancato le porte all’accoppiata Zaza-Belotti, Mazzarri ha dovuto fare i conti con i soliti cambi obbligati causa guai muscolari. Il problema del Toro del primo tempo, oltre ai problemi fisici di Iago, è stato la mancanza di ritmo a centrocampo, con Baselli che non è riuscito a dettare i tempi, e il lavoro degli esterni d’attacco dell’Udinese Pussetto e De Paul che hanno costretto sulla difensiva i dirimpettai granata togliendo alla squadra di Mazzarri l’arma principale. L’ingresso di Zaza non ha cambiato il quadro tattico, dato che la punta ex Juve si è piazzata in posizione più esterna, a fianco di Soriano, nel 3-4-2-1 annunciato alla vigilia. Poco feeling fra lui e capitan Belotti, figlio della mancanza di tempo per sperimentare, data l’assenza di entrambi per causa azzurra e la condizione fisica di Zaza non ancora all’altezza della situazione secondo Mazzarri. Il tecnico di San Vincenzo, aspettando di avere un responso sulle condizioni di Iago, sarà costretto a insistere sul tandem tutto italiano, magari spostando Soriano in posizione più centrale.L’Udinese ha colpito e poi è scomparsa, mentre il campo è peggiorato nelle condizioni del manto (pessimo per tre quarti di gara) proprio quando il Torino ha cambiato marcia. La circolazione più veloce del pallone da parte dei granata, e Berenguer che è diventato una costante sulla fascia sinistra, hanno portato Velazquez a togliere Pussetto e spostare il più fisico Lasagna sull’esterno, mentre Meité ha finito per giganteggiare (al netto del gol del pari) a centrocampo e ad aggiudicarsi il duello con Fofana. Il cambio di Aina per De Silvestri ha complicato i piani di Mazzarri, che forse aveva in mente un’altra gestione delle sostituzioni, vedendo l’Udinese alle corde. Alla fine il Torino ha messo un altro tassello al filotto di 6 gare senza perdere contro l’Udinese (3 vittorie e altrettanti pari). La rabbia e l’amarezza per la vittoria sfumata si dovranno trasformare in aggressività ed energia in vista di domenica prossima. A pranzo ci sarà il Napoli, il Toro avrà fame e ha dimostrato di potersi sedere a tavola con tutti.
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