Da Zapata a Carvajal, quanti infortuni! Si giocano davvero troppe partite?
I recenti infortuni gravi tra i vari campionati sollevano numerosi interrogativi sul calendario della stagione 2024-2025
Ormai la situazione sta diventando insostenibile. Al netto del fatto che ogni infortunio sia storia a sé e che da solo non basti per fare da esempio per un caso così complesso, è ormai un dato di fatto che questi infortuni siano tutt'altro che casuali, soprattutto alla luce di un calendario che sollecita in continuazione sportivi che rimangono comunque umani nei loro “limiti” fisici.
Il recente caso di Duvan Zapata da solo non basta per fare da esempio per un intero filone infortuni che ha preso di mira questo sport. Il centravanti del Torino non è infatti sottoposto agli stessi calendari dei giocatori che giocano tutte quelle competizioni, ma su tutti gli altri si può aprire un dibattito infinito.
Alla luce di tutte queste Supercoppe nazionali a più partite, del nuovo format della Champions League e del neonato Mondiale per Club, non si stanno giocando fin troppe partite?
Zapata non è l'unico, vedasi Rodri, Carvajal e Bremer
L'infortunio di Duvan Zapata è soltanto l'ultimo degli infortuni che hanno segnato il calcio internazionale nell'ultimo periodo, in quanto ce ne sono stati tanti altri che hanno fatto ancora più scalpore.
Giusto nelle ultime settimane la Juventus è stata costretta a rinunciare a Gleison Bremer per tutta la stagione, così come anche il Real Madrid con Dani Carvajal e il Manchester City con Rodri. Al netto del fatto che non tutti gli infortuni debbano essere percepiti come una conseguenza di un affaticamento (Carvajal ne ha avuto uno di natura traumatica), il filo conduttore rimane sempre contraddistinto da quei maledetti legamenti che saltano come se niente fosse, costringendo i suddetti giocatori a rinunciare ad intere stagioni.
Anche tenendo in considerazione l'idea che i calciatori possano essere vittime di infortuni di natura traumatica, rimane il filo conduttore rappresentato dalle troppe partite giocate, che determinano un maggior sforzo muscolare, nonché un incremento dei rischi di infortuni di qualunque tipo nel corso della stagione.
Gli stessi campi di gioco, anche quelli più blasonati a livello internazionale, rischiano di perdere di efficienza, venendo rovinati dall'eccessiva usura per le troppe partite ravvicinate e per il troppo poco tempo per curarli tra un impegno e l'altro.
C'è un evidente problema di sovraccarico per i calciatori, che rischia di avere delle conseguenze in quella che è la qualità complessiva del gioco del calcio, uno sport che rischia di essere privato anche di quelli che sono i più grandi protagonisti.
Ma nei fatti i calciatori sono realmente prossimi ad una protesta?
I calciatori arriveranno realmente a protestare?
Il principale manifestante della protesta nei confronti di questo calendario è sempre stato Rodri. Ed è ironico pensare che si sia infortunato gravemente contro l'Arsenal proprio dopo aver annunciato quello che sarebbe stato uno sciopero da parte dei giocatori.
Al centro di tutto, secondo il centrocampista del Manchester City, vi sarebbe la salute fisica e mentale dei giocatori, che risulterebbe cruciale per avere uno sport ai massimi livelli. Del resto, servirebbe tutelare quelli che sono i reali protagonisti di questo sport:
Uno sciopero da parte dei giocatori? Sì, credo che non manchi molto a qualcosa del genere. Bisogna riposare e staccare perché la salute mentale è importante. A mio umile avviso, il carico dell’attuale calendario è eccessivo. Volete un calcio di alto livello? Allora dobbiamo riposare: i protagonisti di questo sport, o se preferite di questo business, sono i calciatori. Siamo noi.
La domanda sorge però spontanea: alla luce degli stipendi multi-milionari che i calciatori percepiscono (e che per altro aumentano col numero crescente delle partite), in quanti sarebbero realmente disposti a mettere da parte le prospettive di guadagno al cospetto della propria salute fisica?
In quanti sarebbero realmente disposti a seguire l'iniziativa annunciata da Rodri, un calciatore notoriamente sobrio come stile di vita?
E soprattutto, quanti infortuni serviranno ancora affinché i calciatori si mobilitino per quelli che sono i loro interessi? Quanti legamenti dovranno ancora saltare affinché un'iniziativa di queste proporzioni possa essere attuabile?
Quante “vittime” serviranno ancora affinché questo sistema cambi?