Il riassunto della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio: Correa espugna San Siro. Le Aquile volano in finale. Diavolo in precipizioLa Scala del Calcio come teatro, una finale di Tim Cup in palio, un bisogno indispensabile di rialzare la testa dopo le tante, troppe frenate, in campionato, nella corsa al quarto posto: i motivi per assistere ad un big match, nella sera del mercoledì sono molti. Milan e Lazio, a San Siro, si giocano una buona fetta del proprio percorso stagionale. I rossoneri, reduci da una sola vittoria nelle ultime sei gare disputate in A, sanno di non poter fallire un’occasione ghiottissima per rilanciarsi dinanzi al sostegno del pubblico meneghino. Le Aquile, invece, confidano nei buoi precedenti a San Siro in Coppa Italia (3 bottini pieni nelle ultime 5 sfide contro il Diavolo) per cancellare quanto sprecato nelle ultime giornate di campionato. Gennaro Gattuso, per l’occasione, riveste il suo Milan: a proteggere Reina dagli attacchi dei rivali è, infatti, una difesa a tre formata da Romagnoli, Caldara e Musacchio; Laxalt e Calabria sono gli esterni di un centrocampo a quattro retto dagli interni Bakayoko e Kessié, mentre in attacco Castillejo e Suso devono fornire il proprio sostegno a Krzysztof Piątek, apparso troppo solo nel cuore delle aree avversarie nei più recenti incontri affrontati. Simone Inzaghi risponde con un consistente 3-5-1-1, con Strakosha in porta,  Bastos, Acerbi e Luiz Felipe in difesa, Lulic, Alberto, Leiva, Savic e Romulo a sostegno di Correa, chiamato a fare da raccordo tra centrocampo e Ciro Immobile. Il triplice fischio di Mazzoleni dà avvio al match: si riparte dallo 0-0 dell’andata. Il possesso palla prolungato della Lazio si schianta, nei primi 19 giri d’orologio, contro la linea difensiva del Milan, perfetta nel lasciare gli avversari in fuorigioco. Al 15’ Inzaghi è costretto ad operare il primo cambio dell’incontro: fuori il dolorante Milinkovic-Savic - in lacrime -, dentro Marco Parolo. Al 20’, la bella azione di prima tra Luis Alberto, Correa e Immobile potrebbe creare seri problemi a Reina e co. se solo l’ultimo passaggio non fosse dosato male dal trequartista spagnolo. Due minuti più tardi, Calabria, sul cross dalla sinistra di Castillejo, viene sbilanciato regolarmente in area da Bastos: il terzino meneghino invoca un rigore oggettivamente inesistente. Tra il 26’ e il 27’, Immobile e Correa cercano invano la via del gol, ma in entrambi i casi Reina è bravo a non farsi sorprendere. Ecco, allora, che la prima, vera palla-gol è di colore rossonero. Al 28’, Calabria lascia partire un sinistro dal limite dell’area biancoceleste: la sfera rimbalza velenosamente davanti a Strakosha, il quale, tuttavia, si dimostra attento a deviare in angolo. L’equilibrio in campo viene spezzato dal cartellino giallo mostrato dal direttore di gara a Luis Felipe, reo di aver commesso un brutto fallo ai danni di Romagnoli. Al 40’, Calabria è costretto a chiedere il campo dopo un contrasto con Correa: al suo posto, Gattuso spedisce sul terreno di gioco Andrea Conti. Per apprezzare i due sussulti più pericolosi dell’intero primo tempo bisogna aspettare i minuti 43’ e 48’: se, per il Milan, è Suso a fallire clamorosamente un rigore in movimento, Bastos, per le Aquile, è il più lesto a far propria la sfera su una punizione dalla trequarti, sfiorando il palo con un destro secco che scivola di un soffio sul fondo dal cuore dell’area piccola.Il secondo tempo è ampiamente di colore biancoceleste. Il team di Simone Inzaghi appare molto più fresco e determinato sin dai primi minuti della ripresa: al 51’, Reina deve volare per smanacciare in angolo il destro a giro pungente di Leiva dai venti metri; sull’angolo successivo, Bastos sovrasta l’intera retroguardia rivale e di testa non trova il gol per questioni di millimetri per il respiro di sollievo di Gattuso e co. Al 55’, è Correa a rendersi pericoloso cercando il palo lungo dalla sinistra dell’area piccola meneghina ma trovando solo i guantoni di Reina, ancora una volta perfetto nello sventare la minaccia. Tre minuti più tardi, il tecnico del Milan richiama in panchina Castillejo, spedendo in campo Calhanoglu col tentativo di dare più qualità ad una manovra di gioco praticamente assorbita dal dominio laziale. Il risultato? Un contropiede fulmineo degli uomini di Inzaghi targato Immobile-Correa. L’attaccante italiano è bravissimo a guadagnare terreno dal corner avversario e a servire al bacio il Tucu, glaciale nel beffare l’uscita di Reina con un colpo da biliardo sul primo palo: 1-0 Lazio. Il Milan accusa il colpo e deve ringraziare gli dei del calcio e il proprio portiere per non ritrovarsi sotto di un passivo più pesante dopo appena 20’ dall’inizio del secondo tempo: i padroni di casa saranno praticamente in balia dei contropiedi delle Aquile sino al termine del match. A nulla serve l’entrata in campo di Cutrone al posto di Caldara: il numero 63 comasco di testa realizzerebbe anche l’1-1 se non fosse pescato in fuorigioco al momento dell’assist di Suso. Al 70’, Musacchio viene ammonito per una vistosa spallata su Immobile, mentre Caicedo, subentrato al 74’a Correa, finisce sui taccuino dei cattivi quattro minuti più tardi per un’evidente simulazione di un contrasto inesistente con Reina nell’area rossonera. Al 79’, è la volta di Bakayoko, ammonito per eccesso di proteste verso il direttore di gara. All’83’, Immobile, ben imbeccato da Parolo, spara incredibilmente alto da otto metri di distanza da Reina, fallendo la possibilità di sancire la fine solo ufficiale di un incontro terminato al 58’. L’entrata di Badelj al posto di Luis Alberto precede il triplice fischio finale di Mazzoleni, che, dopo tre minuti di recupero, pone fine alle illusioni di un Diavolo senz’anima e senza forze, costretto a dare addio al sogno-finale di Coppa Italia e a riconoscere i meriti ad una Lazio nettamente superiore.
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