Il Bologna cade nel finale sotto il gol di De Roon. Atalanta ben contenuta nel primo tempo che esce alla distanza e punisce gli sterili rossoblù di Donadoni 

- di Marco Vigarani - 

Caduto a Ferrara dopo due successi consecutivi, il Bologna torna in campo per sfidare l'Atalanta e mister Donadoni sceglie una formazione sorprendente schierata con il 3-5-2 ma soprattutto esclude dai titolari Destro. Tocca ad Avenatti esordire dal primo minuto davanti agli occhi del presidente Saputo mentre in difesa torna Romagnoli al posto dello squalificato Gonzalez. Anche Gasperini prende la strada del centravanti preferendo Petagna ad Ilicic e sostituisce l'infortunato Caldara con Palomino dando anche fiducia a Castagne sulla destra. Toccante il ricordo di Astori affidato alle note e alla voce di Lucio Dalla e della sua "Le rondini".Buon approccio dei rossoblù che attaccano dal primo minuto senza timore reverenziale costruendo però i maggiori pericoli alla porta di Berisha soprattutto grazie ai piazzati di Verdi. Atalanta invece sorniona che attende il corso degli eventi affidandosi in particolare a qualche ripartenza senza creare grandi occasioni. Tanti duelli individuali ad animare soprattutto le zone esterne del campo ma emozioni con il contagocce in una sfida bloccata in cui il Bologna spreca anche alcune belle ripartenze in particolare con Dzemaili e Donsah. Proprio lo svizzero però lascia il campo prima della mezz'ora dopo un colpo fortuito con De Roon che gli apre il sopracciglio destro: tocca a Nagy prenderne il posto. Tocca ad Avenatti scuotere gli animi con un colpo di testa su splendido cross di Verdi ma la conclusione dell'uruguaiano è talmente debole da essere considerabile un passaggio al portiere avversario. Ancor più clamorosa però la chance capitata a Gomez che, solo in contropiede con Mirante fuori area, attende troppo senza tirare finendo per farsi recuperare dalla rincorsa disperata degli uomini di Donadoni. Lo stesso argentino grazia ancora Mirante al 40' dopo un silent check di Calvarese su un contatto a dir poco dubbio in area tra Di Francesco e De Roon e così il primo tempo si conclude sullo 0-0 con un Bologna in netto calo fisico nel quarto d'ora finale della frazione.La ripresa si apre senza sostituzioni per entrambi i tecnici e con l'ennesima scelleratezza in ripartenza di Donsah che abbina una buona giocata a due errori clamorosi che vanificano tutto il lavoro precedente. Per gli ospiti invece è sempre Gomez l'ago della bilancia offensivo con scatti letali che costringono De Maio ad eterne rincorse spesso inutili. Allo scoccare dell'ora di gioco inizia la consueta girandola dei cambi: prima Cornelius rileva Petagna, subito dopo Krafth consente a Di Francesco di rifiatare ed infine Ilicic sostituisce Gomez. La prima occasione del secondo tempo capita a Verdi in contropiede ma il fantasista, ancora lontano dal top della condizione, spreca il contropiede senza riuscire a concludere in porta. Anche Spinazzola e Cristante mancano il bersaglio grosso e sull'ennesima ripartenza fallita Donadoni sceglie di riconsegnare le chiavi dell'attacco a Destro togliendo un deludente Avenatti. L'ultima sostituzione spetta a Gasperini che si gioca la carta Barrow al posto di Cristante per dare ulteriore peso al proprio attacco nel finale. Arrivano palloni velenosi davanti a Mirante prima del gol meritato dell'Atalanta con De Roon che arriva a rimorchio sull'ennesima azione orobica firmata Ilicic ed esplode un destro che non lascia scampo. Crolla così il fortino rossoblù e la stanchezza si mescola ad imprecisione rendendo praticamente garbage time gli ultimi minuti. Alla pioggia si uniscono i fischi per la quindicesima sconfitta su 28 giornate, la settima sotto gli occhi del pubblico Dall'Ara che sfoga la propria frustrazione sulle spalle di Donadoni. Ormai per buona parte dell'opinione pubblica cittadina il tecnico è un vero e proprio dead man walking ma verrebbe anche da chiedersi quante reali speranze potesse avere il Bologna che mercoledì ha sudato per battere il Mezzolara contro una squadra capace di fronteggiare praticamente alla pari potenze europee come il Borussia Dortmund. Sarebbero serviti cinismo e capacità di finalizzare i contropiedi ma i limiti tecnici e di condizione di alcuni rossoblù hanno impedito di trovare il gol che avrebbe permesso di avere un esito diverso al termine dell'incontro.
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