Il 5 maggio 2002 è una data che nessun interista - e nessun juventino - può dimenticare, anche oggi che è ancora freschissima la gioia dello scudetto appena vinto dall'Inter targata Conte. L'immagine in lacrime di Ronaldo, il fenomeno, resta indelebile. Solo a ripensarci, la sua faccia tra le mani fa riaffiorare la devastazione di un intero popolo nerazzurro che all'epoca, con mezza Lazio pronta a “scansarsi”, stava sta festeggiando lo scudetto prima che la partita iniziasse. Ma al 90' non fu così: per la serie, “non è finita finchè non è finita”. Una lezione che Antonio Conte conosceva molto bene e ha fatto sua, come non mai, in queste ultime settimane di campionato. Sì perchè lui, in quel 2002, piangeva, di gioia, allo stadio Friuli di Udine. Ora il tecnico ha ridato gioie al tifo nerazzurro, ma il passato non si può cancellare.

Conte, 19 anni fa fu uno dei carnefici. Ora è l'uomo della rinascita?

Nell'aprile 2002 L’Inter volava, la Juventus arrancava. E la Roma provava a tenere il passo, ma a fatica. La storia pareva ormai scritta. Ma il mese di aprile fu decisivo: l’Inter, crollò contro l’Atalanta e iniziò ad annaspare, mentre i bianconeri, trascinati proprio da un grande Antonio Conte, tornarono alle spalle della capolista. All'ultima giornata la classifica recitava: Inter 69, Juventus 68. Il resto è storia: dopo 19 anni, per sempre. Quelle lacrime che Ronaldo versò a nome di tutto il popolo interista, ogni 5 maggio, tornano a fare capolino nella mente e negli occhi dei tifosi. E la colpa è anche di mister Conte, l'uomo della rinascita, che con lo scudetto del 2020/21 può solo lenire una ferita che non si chiuderà mai.


 

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