"A rischio bancarotta". Parole forti, che fanno rabbrividire tutto il popolo rossonero, che ha sofferto e non il passaggio, poi fallimentare, da Berlusconi alla proprietà cinese di Yonghong Li, prima dell'avvento del fondo Elliott. Fondo gestito dalla famiglia Singer, la quale ha dovuto far fronte ad una situazione disastrosa ereditata dalla precedente gestione. A spiegarlo è Giorgio Furlani, Portfolio Manager del fondo americano e consigliere d'amministrazione del Milan:

"Siamo partiti come finanziatori, dopo un anno però il Milan con la gestione della proprietà cinese era in difficoltà finanziarie, quindi siamo dovuti entrare e stabilizzare la barca. Abbiamo trovato una situazione disastrosa, il club andava verso la bancarotta.

Abbiamo ricevuto la squalifica dalle Coppe, non c'era leadership nè managment e pure i risultati erano brutti. Abbiamo così sviluppato un piano intorno a due pilastri: risultati sportivi e disciplina economica/finanziaria. Abbiamo scelto dunque un CEO fantastico come Ivan Gazidis e con lui abbiamo trasformato il Milan.

La strada è quella di andare verso verso la direzione di un media business in stile Real Madrid e Manchester United. Abbiamo cambiato la leadership sportiva per fare bene anche in campo. Infine abbiamo spinto sul progetto stadio: San Siro è un impianto storico ma non del 2022".

 

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